Full text: Vitruvius: I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio

LIBRO 
La Filosofia ueramente fa lo Architetto. Nella Filosofia, che e Studio, & amore di Sapienza, cioè del bene, & del uero è laft 
tione delle cose, & la regola delle attioni, l'una, & l'altra è necessaria allo Architetto, quanto alla regola delle attioni dice Vitr. che. 
La Filosofia fa l'Architetto. Cioè dimostra allo Architetto il modo di costumatamente uiuere, & dichiara in che principalmente si con¬ 
uenga questa regola, & dice, che prima. La Filososia lo fa d'animo grande. Si per abbracciar le grandi imprese, come per non 
temer le grandi offese; ma perche la grandezza dell'animo pare che seco apporti il dispregio d’altrui, & una certa seueritâ, & appresso l'ar¬ 
roganza, però sia l'Architetto di grand'animo senza arroganza, che è uitio alla uerità opposto, che oltra il debito attribuisce à se stesso: si¬ 
& satisfare alle dimande de gl'imperiti, si nel sopportare i loro diffetti: ma perche nell'essere piaceuole egli potrebbe 
piaceuole si nell'udire, 
sa men giusta però come maestro di proportione sia egli giusto, & eguale à ogniuno, & nella egualità dimostri fede 
inchinarsi ad alcuna cos¬ 
non sia auaro nel riceuere i doni, ne cupido nel desiderargli, hauendo queste belle conditioni lArchitetto conseruera il gra¬ 
nel consigliare 
vonorato. 
do suo, resteral 
ierà fama immortale, & però Vitr. hauendo conosciuto in se stesso quanto sia bello, & degno l'ornamento 10 
macchia de gli opposti errori: in molti luoghi dell'opera sua dimostra stimare piu la Veritâ, che le ricchez¬ 
delle predette uirti, & defo 
ze piu la Gloria che l'utile, & biasima gl'adulatori, arroganti, & auari Architetti, come da tutti i Proemi de i Dieci Libri si può uedere, 
iquali ueramente, come se fusseno un Proemio solo di tutta l'opera si deono leggere, & considerare. Quanto adunque alla uirtu de costumi 
grandemente ci gioua la Filosofia, & pero Vitr. dice. 
La Filosofia ueramente fa lo Architetto d'animo grande, senza arroganza, piaceuole, giusto, & fedele, non auaro, il¬ 
che è cosa grandissima, la doue senza fede, & castità ueramente niuna opera si può fare. Anchora la Filosofia leua 
la cupidigia, & non lascia l'animo occupato nel riceuer doni, ma fa, c 
he con grauità si difenda la propria dignitâ, & 
sene riporti buon nome. Queste cose c 
dalla Filosofia prescritte ci son¬ 
uanto alla parte, che al uero aspetta dice Vitr. ancho quella esser'utile all'Architetto. 
Appresso la medesima cognitione ci dimostra la Scienza delle cose naturali, la quale con istudio si deue grandemente 20 
cercare, come quella, che in se contenga molte, & diuerse dimande naturali, come ancho si uede nel condurre l'acque, 
perche ne i corsi, & ne i giri, & ne i piani liuellati, & ne gli esiti le uscite, & gli spiriti naturali à molti modi si fanno, 
à i difetti delle quali cose niuno può rimediare, se non chi dalla Filosofia preso hauerà i principij della natura delle 
cose. Oltra di questo chiunque legg 
gerà i uolumi di Thesbia, ò d'Archimede, non consentirà loro, se prima di tali cose 
sarà da i Filosofi ammaestrato. 
sosia Naturale è chiamata Historia Naturale, & una Scienza; la Historia Naturale è semplice narratione de gl'effetti, et de 
Vna parte della Filo 
l'opere di Natura, l'essempio si può da gli scritti di Plinio commodamente pigliare, perche Plinio narra 
tutto quello, che si uede nelle cose fatte 
nenti. Venendo alle coset 
dalla Natura, cominciando da esso Mondo, & dalle parti pr 
particolari de 
rincipali di esso, come sono i 
&am gl Elem 
e l'opere di Natura. La Scienza è cognitione del¬ 
esi, delle Pietre, de i Metalli, delle Pian 
ite, de gl'Animali, & dell' Huomo che e fine¬ 
use, & de i principij di tutte le predette cose, della quale ordinatamente, & con mirabil dottrina il buouo Aristotile ne è stato maestro. 
Architetto. Vitr. hebbe Puna, & Paltra, come si uede nel quarto cap. del Primo doue) 
Tanto l'historia quanto la cognitione è buona per lo 
ndo, & nel restante di quel Libro, & in tutta l'opera doue egli parla de gli 
tratta de i principij delle 
a nell'Ott. 
tere, de glA 
del uedere, & di molte opere di Natura, 
le cagioni delle quali sono in 
itettura cercate, & spec 
dell'acque, come si uede nell' Ottauo Libro. 
Della Musica esser deue pratico l'Architetto à fine, che egli conosca la regolata ragione, & la Mathematica, & acciò 
che egli sappia drittamente dare la tempera à gli instrumenti da Pietre, ò Saette, come sono Balestre, Catapulte, & 
Scorpioni 
i Vitr. dimcstra la Musica esser utile allo Architetto, & quanto alla pratica, & quanto alla speculatione come sono l'altre Mathemati¬ 
juanto alla pratica dice quella parola. Regolata. Che nel Latino dice. Canonica. Quanto alla speculatione dice quellaltra. 
Mathematica. Io dichiaro l'una, & l'altra con l'autoritâ de i buoni Autori. I 
inonica appartiene all'orecchie, come la prospettiua 
che misura le altezze, & le lun 
gl'occhi, & è presa da i Musici come per fondamer 
ze delle uoci, em 
ella loro arte usitata, & è qu 
da Greci la misura del durare delle uoci è detta, Ri 
s,cioe numero, & la misura dell'altezza, è detta, Melos, cioè canto. Tiene anco la Ca¬ 
nonica un altra parte, Metrica nominata, cioè arte di comporre i uersi, che sono effetti delle predette misure nelle sillabe, & nelle parole; arte 
ueramente diletteuole, & conforme alla Natura Humana, è detta Canonica cioè regolatrice (come dice Boetio) nella sua Musica, perche non 
si deue dare tutto il giuditio à i sensi 
i, perche sono fallaci, & alterabili per ogni minima offesa, benche sieno principij, cioè occasioni dell' Arti, 
& ci facciano auuertiti delle cose, però la perfettione, & la forza della cognitione e posta nella ragione, la quale con certe regole essendo fer 
mata non ci fa errare in modo alcuno, & però è detta Canonic 
non piu riguarda al senso, mae 
:a, & regolata. La Mathematica è quella, che 
atione, & la proposta rag 
cultà di giudicare secondo la sp 
zione conueniente alla Musica de i numeri sonoi 
ri, & de i modi, & delle manier 
i & de i mescolame 
& de i uersi de Poeti, forsi piu alto salendo la Humana, & Mondana conuenienza de i Cieli, & dell Ani¬ 
rando. M 
ma uà co 
Iarmonia, credendo à 50 
rimo al Quinto Libro doue chiaramente di parlar intendemo circa la Musica, e 
Vitr. come far deue chiunque impara 
onciamente quello, che 
i, fino che il giuditio, & 
7p; la esperienza si faccia, perche al suo luogo uedremo a 
dice hora Vitr. di uasi di rame nel Quinto, & de gl'instru 
imenti d'acqua nel Decim 
Quei uasi ancho di Rame, che nei Theatri sotto i gradi nelle Celle con ragione Mathematica si fanno, & le differenze 
de i tuoni si accordano à i risuegliamenti de i dolci suoni Musicali, & si compongono à Cella per Cella, in quei giri, 
con quelle consonanze, che da i Musici, Diatessaron, Diapente, Diapason nominate sono, accio, che la uoce de i suoni 
scenici nelle dispositioni conuenienti quando toccherà l'udito piu chiara 
, & piu soaue à gli ascoltanti peruenga. 
instrumenti d'acque senza ragione di Musica drittamente non si fanne 
mente si uedrà del Decimo Libro al cap. XVIII. quello che egli ha detto di sopra la Musica esser necessaria all'Architetto 
Acciò che egli sappia drittamente dare la temperatura à gli instrumenti, che tirano Pietre, ò Saette, come sono Balestre 
li, & piccole nominate Baliste, Catapulte, & Scorpioni, imperoche ne i capi dalla destra, & dalla sinistra sono i.60 
igi, ò fori de i pari tuoni, per li quali le torte funi di neruo tirate sono con molinelli, ò naspi, iquali non si chiu¬ 
dono, ò legano se prima fuori non mandano determinati, & eguali suoni all'orecchie di quelli, che le fanno, perche li 
braccia si serrano nelle carcature, & nel tirare di esse funi, quando poi si stendono, si schiudono con egualitâ, & 
parimente d'ambe le parti mandar deono le saette, la doue se non saranno di pari tuoni impediranno il tirare 
amente. 
ogo ne tempo di dimorare sopra le predette cose, perciò, che la dottrina esser deue ordinata, & quel che uuole maggiore introduttio¬ 
ne esser non deue nella prima fronte collocato. Certo e nella Musica chella egualitâ del suono dimostra egualità di spatio, & quella 
tione che è tra spatio, e spatio, si troua ancho tra suono, & suono, & però essendo il suono eguale, dall'uno, & l'altro braccio seg 
la fune dentro le braccia sie eguale, dalche nasce la bontà dello instrumento, & l'uso di esso, come prouano gli Arcieri, & i Balestrieri tut¬ 
to il giorno, e ci serà manifesto nel Decimo. 
La medicina deue dal buono Architetto esser appresa pet conoscere le inclinationi del Cielo, & l'aere de i luoghi salu¬ 
bri, ò mal sani, & per l'uso delle acque, percioche seuza tali ragione stanza non si può fare, che buona sia. 
Le inclinationi del Cielo dette Climata da Greci, sono spatij del Cielo posti tra due circoli egualmente distanti detti Paralelli, come si dira poi, par 
lando de gl'Horologij nel Nono Libro. Vitr. ueramente hebbe qualche notitia della Medicina; come si uede nel Primo Libro doue egli di¬ 
mostra quali infermità da quai uenti sono ingenerate, & in altri luoghi del medesimo Libro, & de gl altri dichiara le qualitâ de paesi quanto 
all aere, all acque, all herbe, à gl'auimali, a gl'Huomini, cose alla cognitione del Medico sottoposte.
	        
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