PROEMIO.
l'arte del imisurare èe detta ceometria; questa gioua al dissegno, &: quella, che alla predetta pratica del disegno souniene con laragione, et
me si uede nella uoluta del capitello lonico, & in molte proportionate misare; oltra di questo perche spesso auuiene, che em necessario liuela
i piani, tirare à squadra, & drixxare i terreni, però è necessario hauere la ceometria, come si uede del liuellare le acque nellotauo, del¬
la diuisione dell'opere, nel primo, del misurare i terreni, nel nono, e
amp; finalmente per ogni parte; doue si può dire la ceometria esser madre
del dissegno, bisogna adunque hauere lafacilità del dissegno bisogna h
hauere la ragione, la quale è posta in sapere la cagione de gli effetti fatti
con la regola, & col compasso, che sono le linee dritte, & le piegate, gli archi, i uolti, le corde, & le dritture per usare i nomi della pra¬
tica. La Geometria adunque dal punto prouede le linee distese, let
torte, le pendenti, le piane, lequedistanti, gli angoli
iusti, gli stretti,
i larghi, le sommitati, i circoli interi, i diminuiti, i composti, le figure de piu lati, le superficie, i corpi¬
polari, le pirami
le spere, i coni, & altre simiglianti, che alle colonne, à gli architraui, alle cube, tribune, & à molte alt
ose de gli edificij; & cosi la
comeria necessri allo Architetto, ap uesta hebbe Vir. come apare in moltilughbi amp beciahmn
ente al sesto, & ottauo libro.
Per la prospettiua anche nelle fabriche si pigliano i lumi da determinate pa¬
el cielo.
Prospettiua e nome del tutto, & nome della parte.
Prospettiua in generale è quella, che di¬
ra tre ragioni del uedere, la dritta, la riflessa, l.
anta, ne la dritta si comprende la cagione de gli effetti, che fanno le cose uisibili medianti i lumi posti per dritto. La riflessae la ragione de
limento de irage
amp; gli effetti che si fanno come da gli specchi piani, caui, ritorti, riuersci, & altre figure. La rinfranta è la ragic
delle cose, che appa¬
oper mexxo d'alcuna cosa lucida, & rasparente: come soto 'acqua, per lo uetro, olra le mut
hiama, prospettiua de i lumi naturali, speculatiua, & di grande conditione tra le parti della Filosofia; percioc
ssima alle uiste, & agli animi de mortali, la doue essendo noi nelle stanz
e rinchiusi per difesa de
el freddo, & del caldo, necessa¬
rio è che h.
biamo la diletteuolis sima presenza della luce, & del lume, sia es
tto, òriflesso, & però è necessario che l'Architetto ha
bia la prospettiua. Ma quando come parte è presa, riguardando a
à suol far cose marauiglios
e ingannando gli occhi humani per
distanze de i luoghi ritrouando lo inganno. Questa sopra i piani a
dimostra i rilieui, le distanze, il fug¬
7 lo scorciare delle cose corp
rali, con un punto reggendo il tutto, come si dira; però nel Terzo li
ibro al secondo capitolo uuole Vitr. che le colonne angolari sieno piu gros
percioche laere circonstante diminuisce. & leua della uista, & nel fine del detto libro commanda, che ti
nembri sopra i capitelli com
sono architraui, fregi, gocciolatoi, frontispitij sieno inclinati per la duode
rte, ciascuno della
, & questo solo per la uista
come si dirà; nel sesto anche al secondo capitolo parla alcune cose d
lla esser allo Architetto ne
cessaria & Vitr. non esserne stato imperito
re delle Scene alt
ele pele
Col mezo dell'Arithmetica si fa la son
limostra la
ragione delle misure, & con modi, & uie ragione¬
pnate misure.
oli si trouano le difficili qui
lgo stima quelle pratiche nate d
opra dicemino esser uere arti, & eccellentissime uirtuti, ilche non è, periconch
rendeno le ragioni delle cose
tti diletteuoli, & belli, Vitr. (come ho detto) abbraccia, & la principale, &l
principale,
me si uede nel Arithmetica, & s 'ha ueduto nella prede
ione della Geometria, & del dissegno, l'abbaco prima è ue¬ 30
nuto dalla uera Arithmetica, et questo è necessari
onto delle spese,
e uano sarebbe il dissegno, uana la fal
itica del principiare, se
Topera per alcuno impedimento resta
emio loda Vitr. la leg¬
pale, doue al Decimo libro nel proc
li Efesii, come si uede in quel
7 promesso.
le gli Archit
rehefarside
nche ageuolmente si faccia il conto, non però
roemio dice.
Solamente quelli, che con sottigliezza delle dottrine pri
piu à dentro penetrando oltra la pratica del numerare, che consiste
atatere n
oltiplicare, nel partire, nel radoppiare, nello smez
& anche in una certa,
Tare, nel cauare le radic
arare le ragion delensir
utile e l'Ari
nata salita de numeri, che progressione si chiama; i
à sciorre le dubi
che per Geometria sono indissolubili, come ci dimostra nel Nono hat
itrouato, come iui si uede.
e, Pitagora, & Archimede
E in uerò, uero è quello che dice Plat. che gli huomini di natura A
à tutte le discipline, come queli, che in se habbino pronte;
za, & altexza di spirito. Ma perche cagione Vitr. di queste co¬
utioni tocca le speculatiue, & le pratiche? certò non per altro, che pe
mostrare esser uero, quanto egli ha di sopra detto, che ci uuole discorso, & fabrica, & che in ogni arte è la cosa significata, & la sign fic¬
La cognitione dell Istoria fa, che
igione di molti ornamenti, che sogliono fare gl Architetti nelle opere loro.
ippia la ra
ieglid.
Vitr. in questa parte è chiaro per gli ess
Come se alcuno posto hauesse in luogo di colonne se statue feminili di marmo, quelle, che Cariatidi chiamate sono ue
stite di habito longo, & matroi
nale, & sopra quell¬
& i gocciol
osto hauesse i modiglioni,
si di tale oper
igiunse, i Gr.
ntra la Grec
à Morea con i Persiani co
ne domandasse, renderebbe ragione. Caria ci
siglio uniuersale contra i Cariati si n
la uittoria gloriosamente dalla guerra libera¬
nossero, presa la loro fortez
do, che quelle
za, uccisig
omini, & spianata la terra, le Matrone loro per ischiaue menarono, no
deponesser
ogli habiti, & gli ornamenti matronali, acciò che non in uno trionfo solo cor
o, ma con eter.
no essempio di seruitu da grande scorno oppresse, per tutte le città loro paressero portar la pena. Gli Architett
di quei tempi ne i publici edificij posero
le imagini di quelle matrone per sostenimento de i pesi, acciò che alla me¬
gli errori de Cariati commendata fusse.
se i posteri la conosciuta penad
mento di ornare
jcon la memoria di quei fatti, che grati saranno à quei principiò
Noi adunque per le parole di Vitr.
& fauoreuoli. Come stessero quelle matrone so
uerò quelle republiche, le qu
uali uorremo honorare, & honorandole à noi
prendesi ar
con la sinistra mano leuata al sostenimento d
i pesi Vitr. non dichiara
nto, che stessero con il capo sotto
la pompa dell autorità à piu curiosi commentator
uesto per parole d'Atheneo dotto, &
etteuole scrittore, ma noi lascerei
ie immortali à chiunque s affaticherà pe
addurremo, che per intelligentia di Vitr. potrà bastare, hauendog
tinciare à usarsi di uedere alcuno dipinto essempio, discriuerò qui di sotto le figure delle Cariatide, secondo, ch
tio sara bastante, dichiarando, che Stola era ueste lunga, & dimeßa, propia delle matrone, con quella erano le imagini delle Cariatidi come 50
dice Vitr.
Similmente i Lacedemonij sotto Pausania figliuolo d'Egesipolide dopo il fatto d'armi di Platea hauendo con poca ge
ato il numeroso essercito de Persiani, & con gloria trionfato; de i denari tratti delle spoglie, & della pred
te supei
o di trofeo della uittoria à posteri fabricarono il portico Persiano dimostratore della lode, & della uirtu d
ni, & in quel portico posero i simulachri de i prigioni con l'ornamento Barbaro del uestire, che sosteneua
do con meritate contumelie la lor superbia castigata. A fine che i nimici cagione hauessero di te
mere gli effetti della fortezza loro, & i Cittadini guardando in quello essempio di uirtu dalla gloria solleuati alla di
fesa della Patria s'eccitassero grandemente, la doue ne i seguenti anni molti cominciarno à porre le statue Persia
ne, che sosteneuano gli archi, & i loro ornamenti, & indi trassero argomento di accrescere nell'opere marauigli
uarietà di manier
te, di simiglianti Istorie altre ne sono, delle quali bisogna che l'Architetto ne sia bene informato
Come si legge della inuen
itione del capitello Corinthio, & d'altri effeti che si uedranno, leggendo ne! Quarto libro. Hassi nel primo libro di Tu¬
cidide Pausania Spartano figliuolo di Cleombroto capitano de Greci. Plutharco citando Chisiferno nelle comparationi de i Romani
Greci narra che; Discorrendo i Persi nella Grecia, & facendo di molte prede Pausania duce de Lacedemonij riceuè quaranta
olo fino al tempio di Pallade.
Xerse, accioche tradisse la Grecia, la qual cosa poi che si riseppe. Agesilao Padre hauendo perseguitato il figliuo
T iui per fame lo fece consumare, & la Madre lo lascio insepolto; questo dice Plutharco ai
Edichalca; otturò con mattoni le porte del tempio, c
uersamente da Thucidide. Soleuano i Greci nel luogo oue haueuano posti in fuga, & superati i nimici tagliare i rami de gli Alberi, & orna¬