Volltext: Vitruvius: I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio

CVARTO 
netal, tauale ianchisine, pionbi, nuetriatureditegole, Cr altre cose sinili. Velonsi coperti aila agna, Ep di raneia che song die 
tre nere, taglitein listre consieate con chiodi d legno, ar fenno belo effeto quanto allauista, perche sonocon belisino ordine collete / 
stando i tett n pendente, 'acqua, che uiene dul cielo dandoglisopra non fastrepito alcuno. Deuesi prouedere, che le lastre di pionbo frm¬ 
mente congiunte siano, acioche iluento non leport, & poste in modo, che gli ucell non si fermino sopra. Et soto i piombo sia loperae¬ 
perta legiermente dicenere di sele mescolata con loto dibianca ereta.l chiodidi ferro non sono à proposito, perche si salano vin che le 
pietr, & con la loro rugine u uno da torno rodendo, pero si fanno le morse &ichiodidi piombo, aecioche con quelis ermino le lame del 
le tegole con urdente ferro. Ne gli ornamenti de i tetti, le cime, le labra delle gronde, le cantonate delle fabriche sono daesser considerate. l. 
doue di sopra uiuanno pale siori,statue, carri ey cose similin modo pero, che ognicosa sa posta con gratiq, decoro, ≈ con ragione, lo lua¬ 
scio al suo luogo di dire molte altre cose pertinenti alla compositione, & natura de i tetti. Vegno alle apriture, che sono tutte le entrate ea 
useite, ehe sono in qualanque parte deloedisicio. Di questeadtre sono per k lumi, gp perlodere amp; enticomesono lefuestre. alre so 
testreil 
gli huomini, & per le cose come porte, scale, chiauich 
he, poxxi, fumi, camini, colonnati, è, nicchi, & altre cose simiglianti. Alle fin 
numero, il sito, la Fi¬ 
gura, & le regole si danno, imperoche se nel mezzo sono esser deono dispari, ilche nelle fabriche di v 
Tinetia per lo 
non si uede, cosa di gi 
mpedimento, & senxa gratia. Non si deono far finestre senza bisogno, ne porle facendosi sopra le canton. 
Pare, che gl antichi odalleporte, o da d sopra deserole à Tempi. Delle portesi dira nel presente Libro gr delle ltre apriture 
tri uolumi. Ben ricordo, che il sito delle finestre esser deue leuato dal suolo, perche con gli occhi & 
non con i piedi si riceue il lume. 
si schiua il uento, quando 
o son alte. Regola espedita è, che il lume si prende dal disopra, d'onde egli ui 
iene. Vedesi questo in Roma in molte chie¬ 
se. Vtile è la finestra per rinouare l'aere rinchiuso, che come l'acqua stando questa si corrompe. Guardisi, che il lume non sia impedito da qual 
che magior edificio. La figura quadra da gli antichi nelle finestre en stata ap prouata, & la grandez za e st. 
a secondo il bisogno de i uen 
lumi, ≈ del Sole, & ancho secondo la grandexxa dellopera. Molte difficulti, & grand: sono ne 
amenti delle apriture, impe 
& di bella, rara, & uniforme, & grande materia esser deono, & non cosi ageuolmente? 
ciano, ep; simettono in lauoro. Aunenga che 20 
l'apritura da se sia peruia, & pas 
sle da una parte all'altra, ci sono niente di meno alcune apriture senza u 
ueste prima da maestri di le¬ 
giame per fortezza dell'opera, & sparagno della spesa sono state 
rittrouate, poi da i Marmorari per or 
o usurpate. Bella cosa è che 
l'ossa, & sostenimento siano d'una pietra intiera, e 
ap poi che habbiano le parti cosi congiunte, che non si uedino le commissure. Gli antichi 
(come ho detto altre fiate) drizzauano prima le col 
lonne, & nelle Base loro le poneuano, & poi drizxauano il muro, 
perche meglio si ado¬ 
perauano le machine, & piu à piombo si accommodauano le colonne, ilche era difficile (come dice Tullio) appresso gli ¬ 
Architetti. A piombo 
si pone la colonna trouando il centro della Basa 
i, & dall'una testa della colonna, & poi impiombando un ferro dritto 
nel centro della Basa, il 
quale poi deue entrare nel bucco fatto nella col 
lonna, & noi altroute l'hauemo detto. Due sono le manier 
iamenti delle apriture. 
perche alcuni si scostano dal parete, & sono di tutto rilieuo, ispediti, & liberi, altri s'accostano, & sono 
prominenti, & questi a 
cuna siata rappresentano colonne ritonde, alcuna uolta quadrate, in tutte le predette maniere egli si deue osseruare lo sporto ragioneuole, g; 
che l tutto sopra luiuo sia posto. Considerando appresso, che ad altro tempo si fabrica, ad altro si ueste, & ad altro si adorna, pero non deu 
esser (chi fabrica) impatiente, ma aspettar, che la fabrica sia posta in esser, & coperta, & poi adornata, altrimenti bene spesso si getta uia 
spesa de gli adornamenti. Et tanto detto sia in uniuersale de i tetti, apriture, & pareti. il resto si riserba à dire nelle opere de priuati, & forse 
sroppo hauemo uagato. 
CAP. III. DELLA RAGIONE DORICA. 
LCVNI de gli antic. 
hi Architetti negato hanno esser commoda cosa fabricare i Tempi alla Do¬ 
rica, adducendo che le 
Simmetrie fussero in quella disconueneuoli. 
& mendose, & pero Tharthe¬ 
sio. Pitheo, & Hermogene similmente lo negaro 
Perche Hermogene hat 
ipparecchia 
la materia per far l'opera di maniera Dorica, cangio quella, & della stessa fece un Te 
empio alla I 
„nica al padre Bacco, & questo fece non perche la forma Dorica fusse senza gratia, ne perche la ma 
A niera, o la dignita della forma non ci fusse, ma perche il compartimento, e, impedito, in commo¬ 
do nell'opra de i Triglifi, & nelle distributioni delle trauature. 
percioche egli è necessari¬ 
o porre i Triglifi contra i 
tetranti delle colonne, & che le Metope tra i Triglifi siano tant¬ 
olunge quanto alte 
lo contrario i Triglisi si 
mettono nelle estreme parti nelle colonne angulari, & non contra? 
ezzo de, i, te 
elle colonne, cosi la Me¬ 
tope, che sono appresso i Triglisi de 
ili, non riusciscono qui 
ate, ma alquanto piu longe de i Triglisi per la 
meta della larghezza, ma quelli che u 
o fare Metope giuste quadre, ristringono gli intercolu 
imni estremi per 
la meta dell'altezzad 
Triglifo, ma facendosi questo ò nelle longhezze delle Metope, ò ne gli restrignimenti de gli 
intercolumni, è diff 
toso, & non ista bene, perilche pare, che gli antichi habbiano uoluto schiuare nel fabricar i 
pi la ragione della Dorica Simmetria. 
Vir. dehiarire ilcompartimento Dorico, eglici propone una difculta de gli antichi Architeti, acioche noi stiamo pin auertiti 
Biasimauano alcuni la misur 
npartimento Dorico nel fabricar de i Tempi, no 
on perche la forma non hauesse del grande, ò che l'opera di¬ 
ne il compartimento de i Triglisi, & delle Metope. Noi hauemo 
di sopra, che i Triglifi rispondo¬ 
& che le Metope rispondono àg 
sono da una traue all altra det 
mnia nella parte di fuori, ma nella 
li spatij, che 
laria. Se a 
parte di dentro, & le tr 
e gli spatij si chiamano lacun 
dunque i Triglisi rappresentano le teste delle traui, & le Metope el 
tij, ne segue che essendo imp 
partimento de i Triglifi, & delle Metope impedita sia ancho la ragione delle trauamenta, & del loro 
suento di dentro. Ma come sia impedita la distributione de i Tri 
iglifi egli si uede, perche è necessario che lo Triglifo sia 
giusto per mez zo la 
quadra della colonna, & la Me opa sia tanto alta quanto longa, ma gli antichin 
in auuertendo a quello, che era per gli Triglifi, & per le Me 
rope rappresentato, poneuano 
sopra le estreme parti delle colonne angulari, & non sul uiuo i Tri¬ 
si, dalche ne nasceua che le Metope ap¬ 
presso que Triglifi, non ueniua 
ino quadre giuste, ma alquanto piu longe de i Triglifi, cioe per la met. 
ella loro larghezza, & questo auueni¬ 6 
ua uolendo quelli seruar la distanza dell intercolumnio, ma quelli, che di cio non curauano, 
& uoleuano pur, che le Metope fussero giuste è 
quadre, non riccorreuano à porre i Triglifi sul uiuo, ma restrigneuano gli 
i spatij di modo, cl 
spatij de gli intercolumni, & obbligauano quegli 
non poteuano cadere sotto quelle ragioni de gli intercolumni, ch 
ne detto hauemo nel Terzo Libro, ristr 
li estremi interco 
rigneuano adunque 
rico, non bigsanan 
lumii per la meta dell'altez za del Trigliso, per aggiustar la Me 
etopa, & questo era diffettoso, però fuggiuano il lauoro L 
do l'aspetto ne la maniera, ma il compartin 
& la Simmetria come fece Tartesio, Pitheo 
ermogene. A questo disordine prouede 
Vitr. gentilmente dimostraudoci le ragioni, & le proportioni di questi compartiment 
Ma nonin come richiede l'ordine esponemo in quel modo, che da i nostri pr 
ettori hauemo, actioche se alcuno ponen¬ 
do mente, à queste ragioni uorrà in questo modo cominciare, egli habbia le proportioni espedite, & manifeste, con 
lequali egli possa bene, & senza diffetto alla Dorica fabricare e finire i Tempi de gli Dei. 
Vitr. ci promette di douer dare il modo, & le misure di fabricare alla Dorica senza difetto. Et si come nella maniera lonica egli ci ha dati i precetti 70 
secondo le forme de i Tempi, & regolati quelli se condo gli spatij de 
e gli intercolumni, cosi nella Dorica egli regola secondo le istesse forme gli st 
tistra le colonne, uero è, che la ragione di questi 
àminiera tutta dipende dal compartimento de i Triglifi. Et pero nel di 
ij, e di questa 
& in altri luoghi, quando Vitr. ha detto la ragio¬ 
iglisi, egli ha inteso la maniera Dorica. Comincia adunque à Regolare la ma 
Diastilos, che ha di tre colonne il suo uano, 
secondo la forma di facciata in colonne det 
tta Prostilos, & secondo ambe le teste in colo ine d 
Ampniprostilos, & sotto un nome solo intende queste due forme, chiamandole Tetrastilos, cioe di quattro colonne, r 
regola ancho la alata à tor 
no aetta Peripteros chiam ando Exastilos, cioe di sei colonne, & ci lascia à noi regolare le altre maniere, dice adunqui 
H iii Lafronte
	        
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