Delle Settioni
hac ratiocinatione vox ab Scena; Vti à centro pro-
fuſa ſe circumagens, tactuq; feriens ſingulorũ va-
ſorum caua, excitauerit auctam claritatem, & c. do-
ue par, che voglia intender Vitruuio, che la
voce vſcita dalla Scena debba andar di poſta
à ferir ne i vaſi, da’quali ſi rifle
[?]
tta nelle
celle, edi lì poi ſi ſparga per il Teatr
[?]
o; per la
qual coſa crederei pur’anco, che i vaſi doueſ-
ſero eſſer’Iperbolici, ma che haueſſero il foco
interiore, nõ vicino, ma nella Scena, dal qua-
le riceuendo le linee ſonore, come diuergen-
ti, le riſtetteſſero nella cella pur diuergenti,
che perciò ſtimarei, che i vaſi non doueſſero
ſtar ſopra le celle, come tanti capelletti total-
mente inuerſi, ma riuolti con la bocca parte
verſo la Scena, parte verſo la cella, la quale
non pare, c’habbi poi da far’altro, che di con-
ſeruar la voce à guiſa di canale ſerrato, ſpar-
gendola per l Auditorio dalla parte da baſſo; Vna tale cõſtitutione adunque par, che ſi poſ-
ſi dedurre dalle parole del medeſimo Vitru-
uio.
Non riputarei però ne anco improbabile,
cheivaſi, in vece di ſopraſtare alle celle à gui-
ſa di capelletti, foſſero dentro le medeſime