Full text: Alberti, Leon Battista: L' architettura

DELLA ARCHITETTVRA accade che ſe tu non lo disfai, racconcilo, te ne penti continouamente, per la of
feſa del difetto; o ſe tu lo getti in terra, ſei biaſimato per conto della ſpeſa & del
dãno, & accuſato di leggierezza, & di inſtabilità d’ingegno. Suetonio dice che
lulio Ceſare hauendo cominciato da fondamenti vno edificio in Nemoreſe, & finito con grandiſsima ſpeſa; perche egli non ſtaua per tutto coſi apunto, come
egli l’harebbe voluto; lo disfece tutto. Della qual coſa certo ancora inſino da
noi poſteri è da eſſerne biaſimato; o sì perche egli non antiuedde a baſtãza, quel
le coſe che gli biſognauano, o sì forſe perche dipoi, ꝑerrore di legerezza hebbe
in odio quelle coſe che ſtauano bene. La onde io certo lodo ſempre grande-
mente, lo antico coſtume delli edificatori, che non ſolamente con diſegno di li-
nee, & con dipintura, ma con modegli ancora, & eſempi, fatti di aſsicelle, o di
qual altra coſa ſi voglia, ſi eſamini, & penſi, & ripenſi, piu, & piu volte con con-
ſiglio di huomini eſercitatiſsimi, tutta la opera, & tutte le miſure delle parti ſue,
prima che noi ci mettiamo a far coſa alcuna alla qualle ſi ricerchi, & ſpeſa & cu-
ra. Nel fare i modegli ti ſi porgerà occaſione di vedere & ben conſiderare la
ragione, & la forma, che debba hauere il ſito, nella Regione; che ſpatio ſi debba
dare al ſito, che numero & ordine alle parti, come debbino eſſer ſatte le faccia-
te delle mura, che ſtabilità, & fermezza habbiano ad hauere le coperture: Et
finalmente tutte quelle coſe, che nel libro di ſopra habbiamo racconte. Etin
queſti potrai tu ſenza pena, liberamente aggiugnere, diminuire, tramutare, rin
nouare, & riuoltare finalmente ogni coſa ſotto ſopra, inſino a tanto che ogni, & qualunchecoſa ſtia come tu vuoi, & ſia da lodare. Aggiugni che tu eſaminerai,
& ſaprai (il che certo non ſi dee diſpregiare) il modo, & la ſomma della futura
ſpeſa, la larghezza, la altezza, la gi oſſezza, il numero, la ampiezza, la forma, la
ſpecie, & la qualità di tutte le coſe come allo ſtar bene habbiano da eſſer fatte, & da quali artefici: Percioche e’ ſi ſaprà piu chiara, & eſplicata la ragione, & la
ſomma delle Colonne de capitelli, delle baſe, delle cornici, de frontiſpicij, delle
impiallacciature, de pauimenti, delle ſtatue, & di ſimili altre coſe, le quali ſi ap-
partengono o a ſtabilire, o ad adornare vno edificio. Non giudico ſia da pre
termettere che il far modegli liſciati, & per dire coſi arruffianati da dilicatezza
di pittura, nõ s’aſpetta a quello Architettore che ſi vuole ingegnar e d’inſegnare
la coſa; ma è officio da Architettore ambitioſo, ilquale ſi sforzi allettando gli oc
chi, & occupando l’animo di chi gli riguarda, rimouerlo dalla diſcuſsione delle
parti, che ſi debbono cõſiderare, & inducerlo a marauigliarſi di lui. Per il che
io non vorrei chei Modegli ſi finiſsino troppo eſattamente, nè troppo dilicati,
nè troppo terſi, ma ignudi & ſemplici, ne quali ſi lodi piu lo ingegno dello in-
uentore, che la arte del maeſtro. Tra il diſegno del dipintore, & quello dello
architettore, ci è queſta differentia, che il dipintore ſi affatica con minutiſsi-
me ombre, & linee, & angoli far riſaltare di vna tauola piana in fuori i rilieui: & lo Architettore non ſi curando delle ombre, fa riſaltare in fuora i rilieui me-
diante il diſegno della pianta, come quello che vuole che le coſe ſue ſieno ri-
putate non dalla apparente proſpettiua, ma da veriſsimi ſcompartimenti, fon-
dati ſu la ragione. Per tanto biſogna fare in tal modo i modegli, & eſaminarli
teco ſteſſo, & inſieme con altri, tanto diligentemente; & riuederli di nuouo, &

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