DELLA ARCHITETTVRA
ni, conſideratiſsimamente vi poſero vn piano, accio che chi era ſtracco, o debo-
le per la fatica del ſalire, haueſſe alquanto di inframmeſſo da ripoſarſe. Et ſe
per ſorte aueniſſe già mai che nel ſalire cadeſſe qualcuno, haueſſe ſpatio doue
fermare la foga della caduta, & ſi poteſſe rattenere, & rihauerſi. Etio lodo grã
demente chele ſcale ſieno ſpeſſo interrotte da loro pianerottoli, & che le ſie-
no alluminate, & ſecondo la degnità del luogo ampie, & ſpatioſe: Mai gradi
delle ſcalenon vſarono nè piu groſsi d’un quarto di braccio, nè piu ſottili, che
vno ſeſto, & le lor larghezze non voleuano che fuſſero manco divno piede, & mezo, nè piu d’un braccio. Quanto manco ſcale ſaranno in vno edificio, & quanto manco ſpatio di eſſo occuperanno, tanto ſaranno piu commode. Gli
eſiti de fumi, & delle acque, biſogna che ſieno eſpediti, & in modo condotti,
che e’ non vi ſi multiplichino dentro, non macchino, non ofſendino, & non ar-
rechino pericolo allo edificio. Di quì biſogna collocare le gole de cammini
lontane da ogni ſorte dilegnami, acciò non s’accendeſſero, o per alcuna ſcintil
la, o per infiammatione, le traui, o i corrẽti che gli fuſſero appreſſo. I condotti
delle acque, che debbono correre, biſogna conducerli ancora talmente, che e’
ſi mandino via le ſuperſluità, & nello andarſene, nè rodendo, nè macchiando
non faccino leſione alcuna allo edificio. Imperoche ſe alcuna di queſte coſe
noceſſe, ancora che ella nuoca pochiſsimo, auiene che con lunghezza di tem-
po, & continouatione del far danno, fa poi nocumento grandiſsimo; & ho
conſiderato cheibuoni Architettori hanno oſſeruato nel condurre queſte ac-
que, di farle cadere con doccie che ſportino in fuora, in lato che chi entra nel-
lo edificio, non ſi bagni. O le raccolſono talmente ne cortili, one condotti,
che ragunate nelle citerne, ſe ne ſeruiuano a loro biſogni: o vero le raccoglieua
no, & mandauanle a verſarſi in alcun luogo, doue le lauaſſero le immonditie; ac-
ciò che gli occhi, & i naſi de gli huomini nõ ne fuſsino offeſi. Et m’è parſo che
ſopra tutto auertiſſero, di diſcoſtare, & rimouere dallo edificio ogni acqua
piouana, sì per altri conti, sì ancora perche il piano dello edificio non ſi innu-
midiſſe, & mi pare che egli auertiſſero di laſciare i vani in luoghi accommo. datiſsimi, donde faceſſero allo edificio commodità maggiori. Et a me piace
grandemente che i pozzi ſi ponghino nella piu publica, & larga parte della ca-
ſa, purche vi ſieno poſti a ragione, con degni ſpatij, & che non occupino il tut-
to. Eti naturali affermano che le acque allo ſcoperto ſono piu ſincere, & piu
purgate. Ma in qualunche parte dello edificio ſieno, o pozzi affondi, o fogne
laſtricate, o donde habbino a gittarſi acque, o humiditati, quiui biſogna che
ſieno i vani fatti in tal modo, che vi paſsi grande abondanza d’aria, acciò che
le humide eſaltationi, ſi cauino fuora del pauimento, & purghinſi per il paſſare
de Venti, & per il ripercotimento dell’aria. Habbiamo a baſtanza inſin quì
raccolto inſieme i diſegni delli edificij, che pare che ſi appartenghino all’opere
generalmente; notato da per ſe ciaſcun genere delle coſe, che dire ſi debbono.
Hora ci reſta a trattare dell’opera, & del muramento delli edificij, Ma tratte-
remo prima della Materia, & di quelle coſe, che biſogna apparecchiare per la
Materia.
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