DELLA ARCHITETTVRA
pra con la teſta, & il por'colonne, & masſimo nelle logge de gli horti, lequali
paresſino quaſi che o tronconi di alberi leuatine, i rami, o vero vno faſtello di
rami legati inſieme con vna ſaſcia, o veramente come le auolte & piene di pal-
me o come le piene di frondi, di vccelletti, & di canaletti; o doue e' volesſino
che l'opera ſuſſe robuſlisſima metteuano colonne quadre a cãto viuo, allequali
aggiugneuano vna meza colonna tonda di quà, & vna meza di là, che ſportasſi-
no in furori, & oltra queſto in cambio di capitelli, vi poneuano, o caneſtre pie-
ne di ſpenzolãti grappoli d'uue, & di ſrutte, o vna palma che alzaua verdi le ſue
foglie, o vn'gruppo di ſerpiannodatoſi variamẽte inſieme, o aquile che con le
alie facesſino ſegno di allegreza, o Teſte di Meduſa, con ſerpi che contendesſi-
no inſieme, & coſe ſimili che ſarieno lunghe a raccontare, ma in coſi fatte coſe,
lo Architettore hauerà cura quanto e'potrà maggiore, di mantenere le forme
di ſimil' coſe dignisſime dentro a termini delle linee, & degli angholi, tirati ſe-
condo la arte, & vorra che paia che il lauoro non ſi ſia defraudato della ſua con-
ueniente proportione delle membra: Ma che chi vedrà ſimil' coſa habbia piu
preſto a conoſcere che egli habbia ſcherzato con leggiadria intorno a quei luo
ghi, & che piu preſto habbia a dare loro piacere mediante la gratia di vna tale
inuentione, & eſſendo le ſale grandi, & gli anditi, & i ricetti, altri comuni, & al-
tri piu ripoſti, & quaſi ſegreti, a que i prima ſeruirà uno ſplendore ciuile, con
la publica Pompa della Città non punto odioſo. Ma queſti piu ripoſti ti ſarà le-
cito di ſarli alquanto piu laſciui ſecondo che piu ti piacerà.
122.1.
5
10
15
20
25
30
35
40
5
10
15
20
123.
De gli addornamenti de gli edifitij della città & di quelli della V illa. Cap. II.
MA eſſendo le caſe de priuati alcune nelle cittadi, & alcune ſuori, diſcor-
riamo degli addornamenti a loro conuenienti. Infra la caſa della cit-
tà, & la caſa della uilla ci è ancora oltra quelche noi habbian'detto ne
paſſati libri queſta differentia, che gli addornamenti per le caſe della città biſo-
gna che habbino molto piu del graue che quelli per le caſe delle uille, ma a
quelle delle uille ſi aſpetta ogni ſorre di allegrezza, & di piaceuolezza. Ecci an-
cor' queſta differentia, che nella città ti biſogna moderare molte coſe, riſpetto
a quel' che ti uieterà il tuo uicino, il che potrai tu piu liberamente uſare alla uil-
la. Biſogna guardarſi, che il rileuarſi troppo alto col piano, non habbia trop-
po piu del ſupeabo che non ricerca lo accoſtamento che hai a fare con lo edi-
fitio uicino. Le logge ancora ſecondo la lunghezza del muro a chi elle ſi ap-
poggiano piglieranno la proportione della loro ilarghezza. La groſſezza,
& la altezza delle mura in Roma non ſi faceua come ben'ueniua a chi mura-
ua, Concioſia che per la legge che ui era antica non era lecito piu groſſe,
che un' certo che. Ordinò ancora Iulio Ceſare reſpetto a pericoli del roui-
nare, che dentro alla città non ſi alzaſſero in alcun' luogo mura ſopra il pri-
mo palco, a queſte leggi non è ſottopoſta la Villa. A Cittadini di Babillonia
era coſa glorioſa che nelle caſe loro ſi habitaſſe il quarto palco. A elio Ari-
ſtide Oratore lodando in una ſua oratione in publico la città di Roma, tene-
ua per coſa marauiglioſa, chei Romani hauesſin' murato ſopra grandisſime