6.
DIALOGO PRIMO
INTERLOCVTORI
CONTE LESZCYNSKY,
OFREDI, E MATEMATICO DI PADOVA.
O_Fredi_. Oimè Signor Profeſſore, che gra-
uezza di teſta, ch’ io mi ſento. O come
queſt Aria così humida, e fumoſa mi fà
dolere gl’occhi. In gratia, già che ſiamo
vicini alla caſa del Signor Conte, andia-
mo à conſumare @@
[...]
di queſta
giornata ſeco in qualche virtuoſo diſcor-
ſo.
_Matem_. Faciamo come V. S. comanda. Saliamo le Scale. Bi-
fogna certo che ſi trattenga nel ſuo Studio, già che l’vſcio
è ſocchiuſo. Riſchiariamoſi vn poco, accioche ne cono-
ſca; e poi con vn tratto confidente entriamo dentro. Ser-
uitor Signor Conte.
_Conte_. Seruitor miei cari Patroni. Che buon vento conduce
loro Signori à fauorirmi?
_Ofred_. Non già il vento, mà ben sì vn’Aria humidiſſima ne hà
ſpinto quà ſopra.
_Cont_. Se nella loro bilancia la grauezza dell’ Aria li hà ſpinto
quà ſopra, è nella mia hà impedito la diſceſa, sì che non ſia
hoggi vicito di caſa; poiche appunto la mia fantaſia s’an-
daua ragirando intorno alia grauità dell’ Aria.
_Matem_. In gratia V. Sig. ne renda conſapeuoli di que-