QVINTO.
tenuti vniti che dalla preſſione dell’aria, eſſendo nel va-
cuo, e di più percotendo vn vetro con l’altro douerebbero
certo diſſoluerſi. Ma ſe ciò non ſuccederà, non doueremo
dire non eſſer il contatto ſolo delli minimi, che conſtituiſ-
chi la durezza del vetro?
Terzo è manifeſto a chi ha ò fatto da ſe, ò letto appreſſo chi
hà fatto l’eſperienze del Baroſcopio, che ſe ſopra il mercu-
rio del vaſo ſtagnante infondendoſi acqua, ò altro liquido,
e pian piano alzando il Baroſcopio, che diſcenda il mercu-
rio in eſſo contenuto, che prima era pendulo ſin’ altezza
del couſueto braccio, & vn quarto, e che arriuata la boeca
del Baroſcopio all’acqua; queſta ſaliſce a riempirlo con
tanto empito, che ſe non ſi teneſſe feimo con ambidue le
mani, lo ſcagliarebbbe per aria ad alto con grandiſſima
velocità: anzi alle volte, quando la canna non è ſufficien-
temente groſſa, la ſpezza. Hora ſalendo l’acqua con tan-
to empito, e trouato li minimi del vetro non premuti, e
ſolo contigui, ſtriſciando ſopra eſſi, e radendo li lati del
vetro farebbe vn gran raſpamento, diſſipamento, e ſpargi-
mento d’eſſi. Ma ciò non ſuccede. Adunque, & c.
_Mat_ Queſte ragioni del Sig. Ofredi mi paiono non poco cal-
zanti. Alcuno però forſe ricorrerebbe a negare che nel tu-
bo, e valo vi foſſe vacuo, ma ò efluui di mercurio, ò altra
materia, che pur premendo li minimi del vetro impediſce
il loro diſcio glimento. Altri poi trouerebbe forſe altre ri-
ſpoſte più adequate. Io per me inclino a credere che non
ſolo il vetro. ma tutti li altri corpi poſti nel vacuo non
conſeruino quella duritie, che hanno nel pieno. Ma di
queſto con altr occaſione.
_Cont._ La prima ragione del Sig. Ofredi mi pare di niun valo-
re Poiche ſe bene ceſſa la preſſione dell’aria, nulladimeno
non cadono li minimi del vetro mercè la loro minima gra
uità. Che vna laſtra ſi ſepari dall’altra, leuata, ò debilitata
la preſſione dell’aria, non è merauiglia, eſſendo conſide
rabilmente graue. Ma li minimi del vetro qual grauità
poſſono hauere?
_Ofr._ Queſta riſpoſta Sig. Conte non vale vn fanfaro. Perche
la medema propenſione al diſcendere, che hà la laſtra grã-