Full text: Teyssèdre, A. Person de: Elementi di fisica in trenta lezioni

LEZIONE XXVII. 
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s’ awvicinano al meridiano. I raggi ch' essi ci 
trasmettono , quando sono all' orizzonte, hanno 
uno strato d’aria da attraversare, prima di giu 
gnere insino a noi, molto più denso di quello 
che debbono attraversare quando s’avvicinano 
al loro meridiano ; il che facilmente si concepi 
sce, poichè la loro direzione e obliqua nella 
prima di queste posizioni, e questa diventa 
meno inclinata alla superficie dell' atmosfera 
secondo che l'astro si allontana dall'orizzon 
te. Da ciò pur nasce che la chiarezza de' 
raggi luminosi debb’ essere più debole alla mat 
tina ed alla sera, che a mezzodi. Conseguen 
temente il disco del sole, per esempio, com 
parendoci meno luminoso quando si leva, noi 
c'immaginiamo che debba essere da noi più 
lontano, che quando è giunto perpendicolar 
mente sopra le nostre teste, punto in cui 
splende con tutta la sua forza. Si può pur 
dare un' altra ragione di questa differenza di 
grandezza apparente d’ un astro. La volta ce 
leste sulla quale l'astro sembra muoversi, ci 
pare considerabilmente abbassata, ossia, ch'è 
lo stesso, noi crediamo che il raggio condotto 
dal nostr’ occhio ad un punto dell' orizzonte sia 
più lungo della perpendicolare che fosse ab 
bassata dal punto della volta celeste, che cor 
risponde al di sopra della nostra testa, sulla 
superficie della terra : ora se noi c'immaginiamo 
due rette formanti un angolo nel nostr' occhio, 
e che s'appoggino coll' altra estremità su due
	        
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