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Muoveva questa peste da tutti coloro particolarmente , i quali
usati colla educazione a tenere le chiavi della mente e del cuore
degli uomini, temerono che le nuove dottrine togliessero loro quella
sorda potenza e quel vasto e dispotico impero che la debolezza,
l’ignoranza e la consuetudine avean loro creato, e del quale non
senza ragione si mostravano gelosi ed accaniti sostenitori ; quindi
a loro difesa mettono in campo le solite armi, la Politica e la
Religione, e cosi Potenti e Popoli si guadagnano, se non che la
forza del vero é si efficace e gagliarda che a poco a poco si fa
strada e si avanza e penetra anco nelle masse, e se non sempre
della Politica, non può non farsi sempre della Religione compagna.
Stavano sulla temuta Congrega quei Peripatetici ad occhi spalan
cati e ad orecchie tese per vedere e sentire per quali vie si at
taccassero le loro credenze, e spiavano quali verità sorgessero
a sbugiardare la loro dottrina, e si preparavano a rispondere a
tutto anco prima di conoscere i fatti e le proposte (1); e poteva
ciò fare solo la Scolastica Filosofia, la quale, fosse qualunque il
risultamento d’ un’ esperienza, tutto a suo modo spiegava, cioè con
vane .parole. Pubbliche tesi si facevano sostenere dai giovani
contro i fatti dettati dall’ esperienza, non senza attaccare e desi
gnare e deridere i nuovi Filosofi (2), e non senza il solito plauso del
numeroso concorso che applaudiva esultando la propria ignoranza.
Qualunque però fosse l’efficacia di codesta macchina contraria che
ad attaccare l’illustre Consesso direttamente e indirettamente si
adoperava, e che fino oltre alla metà del passato secolo guerreggiò
sempre col vero, ripullulando con maggiore o minore fortuna se
condo la forza di quei sostegni cui, debole di per sè stessa, fu
costretta appiccarsi, io credo che al disfacimento di quell’Accademia
covasse nelle sue viscere medesime un germe di corruzione, e me ne
appello a chiunque conosca l’umana natura. Quel doversi d’ogni
proposto lavoro, d’ ogni sagace e fecondo concetto, d’ ogni modo
ingegnoso di sperimentare, d’ogni giusta ed acuta osservazione,
(1) V. Lettera del Rinaldini al Viviani del 9 Maggio 1658, Vol. IX; Carteggio del
Cimento.
(2) Lettera del Savi al Viviani; Carteggio Scientifico, Vol. III, pag. 241.