Full text: Lib. III (3)

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LIBRO III. 
ciata ed a tergo : nel rimanente è lo stesso che 
Tali erano i tempj consacrati a Giove, al Cielo, al Sole, alla 
Luna, come avverte lo stesso Vitruvio nel Lib. I. cap. 2, 
Constavano questi pertanto nel loro interno di un atrio od 
area scoperta, ove collocavasi l'altare degli olocausti, su cur 
ardeva un fuoco perenne, che consumava alcune membra del¬ 
le vittime sagrificate al suo piede. La pianta di un tempio 
di tal forma vedesi nella Tav. 2. fig. 7. 
Riguardo all'esempio però qui addotto da Vitruvio, non 
sono concordi le opinioni degl'interpreti. — Pel tempio otta¬ 
stilo comunemente, dice il Canina, s'intende il tempio di Mi¬ 
nerva situato sull'Acropoli d' Atene, denominato il Parteno¬ 
ne, nell'interno del quale, prima che si rovinasse al segno, 
in cui trovasi presentemente, si riconobbe che vi erano 
esistiti i due ordini di colonne disposti nel modo prescritto 
da Vitruvio, come riferisce Candler nel suo viaggio di Gre¬ 
cia. Lo Stuart conviene perfettamente in questa interpreta¬ 
zione indotto dal leggere in parecchie edizioni, ed in sette 
manoscritti da lui citati, il passo vitruviano in questa manie¬ 
ra: ésempto di questo non trovasi in Roma, ma uno otta¬ 
stilo in Atene, ed uno nel tempio Olimpico. Questo viag¬ 
glatore Inglese poi mostrando che la descrizione lasciataci da 
Pausania sul tempio di Giove in Olimpia, si accorda perfet¬ 
tamente col Partenone, conchiude che essendo stati ambe¬ 
due questi tempj ottastili ed ipetri, Vitruvio, dopo aver as¬ 
segnati i veri caratteri dell'ipetro perfetto, intese çon ragio¬ 
ne di citare questi due identici esempj d' ipetri ottastili sic¬ 
come due magnifiche eccezioni alla legge. — Ma si rifletta 
che di tutte le forme da Vitruvio stabilite in questo capo pér 
tempj regolari, egli ha citati esempj e non eccezioni, e che 
non era ragione di ommettere quello della più magnifica che 
descrisse, quando ve n'era uno tanto rinomato, e da lui nuo¬ 
vamente ricordato nel proemio del Lib. VII., cioè il tempio 
di Giove Olimpico in Atene, descritto dallo stesso Stuart die¬ 
tro gli avanzi e le tracce che tuttora sussistono. Inoltre se 
la differenza stasse soltanto nell' avere otto colonne invece del¬ 
le dieci prescritte, si potrebbe anche accordarsi nell'opinio¬ 
ne dell'Inglese; ma il tempio di Minerva non solo è ottasti¬ 
lo, ma ad un tempo è periptero anzichè diptero, come dev'es¬ 
sere l'ipetro, e nemmeno della classe de' tempj regolari, co¬ 
me dice lo stesso Vitruvio nel Lib. IV. cap. VII. 
Si avrebbe potuto conciliare il testo vitruviano con le va¬ 
rie interpretazioni, leggendovi sed Athenis, et octastylos in 
templo Olympio, cioè un esempio avevasi in Atene, ed un 
altro però ottastilo nel tempio Olimpico; intendendosi che
	        
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