Full text: Lib. III (3)

CAPO 1. 
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delle mani : e dalle dita si è fatto il palmo, e dal 
palmo il piede. Siccome poi in entrambi i palmi 
dagli articoli la natura produsse il dieci (1), cosi 
opinô Platone, che quel numero fosse perfetto, 
perché dalle unità, che i Greci chiamano mona¬ 
des, si forma la decade: che se le unità diventa¬ 
no undici o dodici, quelle che sopravanzano non 
possono dirsi perfette, finchè non giungano all'al¬ 
tra decade ; perchè le unità sono particole di 
quel numero. 
12. Ma i matematici contro ciò disputando 
dissero, che il numero perfetto era il sei, perche 
secondo il loro modo di ragionare le giuste divi¬ 
sioni di questo numero producono il sei (2) : co¬ 
si il sestante è l'uno, il triente il due, il semis¬ 
se il tre, il besse detto dimiron il quattro, il 
quintario chiamato pentamiron il cinque, il per¬ 
fetto il sei. E quando procedendo al doppio, s'ag¬ 
giunga un asse al sei, si forma l'efecton, quando 
si passa all'otto (essendovisi aggiunto un terzo 
si fa il terziario, che chiamasi epitritos: essendo 
poi per la giunta della metà nato il nove, dicesi 
sesquialtero, in greco emiolios: aggiunte due par¬ 
ti, e fatta la decade, si noma besaltero, in gré¬ 
co epidimiron : divenuto undici per la giunta del 
cinque, si dice quintario o epipentamiron: infi¬ 
(1) Si può aggiungere il numero dieci. 
(2) Perché i divisori di questo numero sommati eguaglia¬ 
no il numero 6.
	        
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