Full text: Lib. III (3)

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GIUNTA V. 
il Prof. Selva, che abbia voluto intendere l'antico scrittore. 
che debbano essere posti fuori di livello, cioè „ inclinati al¬ 
„ quanto in avanti, acciocchè ricevano lo stesso pendio che 
„si era dato allo stilobato di sotto; e la medesima dolce in¬ 
„clinazione si dia a tutti i membri costituenti l'intavolato, 
„ed al frontispizio ancora". 
Ognuno ben può vedere quale spiacevole risultato si a¬ 
vrebbe se nei capitelli, che offrono un continuato profilo, 
questo nella parte esterna stesse inclinato; e poi, a dir ve¬ 
ro, non è neppur da supporsi che ciò possa aver inteso di 
prescrivere Vitruvio, mentre verso la fine del capo chiaramen 
te si esprime, che i membri, i quali stanno sopra i capitelli, 
cioé il fregio, la cornice, il frontispizio e gli acroteri, si facciano 
inclinati in fuori per la duodecima parte della loro altezza. 
Non potendoci si facilmente persuadere di dover ammet¬ 
tere una tale inclinazione nei capitelli, saremmo piuttosto ten¬ 
tati a credere, sebbene non con tutto il fondamento, che que¬ 
ste aggiunte nei capitelli fossero quei piccioli dadi che si ve¬ 
dono talvolta applicati sopra i capitelli stessi, e dei quali 
non mancano certo esempj, cosi negli antichi che nei mo¬ 
derni monumenti. Ottenutasi per tal modo coll' impiego di 
questi dadi quella corrispondenza colle aggiunte da noi pro¬ 
poste per rappresentare i più volte ripetuti Scamilli impares, 
raccomandati da Vitruvio, men difettosa riuscirebbe sopra le 
colonne la proporzione degli architravi, che per effetto di ot¬ 
tica restano in quella parte quasi mutilati a cagione dell'ag¬ 
getto dei suddetti capitelli. L'esposte congetture, che non ci 
sembrano affatto suor di ragione, non corrisponderanno for¬ 
se in ogni punto al testo latino: ma per il vero, havvi in¬ 
terpretazione a quest' oscurissimo passo vitruviano, che pie¬ 
namente lo rischiari in guisa che nulla resti a desiderare? 
Lungi però chi scrive dal pretendere di avere in tanta oscu¬ 
ritä toccato nel segno, ben sarà contento, pel progresso sem¬ 
pre maggiore dell'arte, se altri, meglio investigando le dot¬ 
trine di Vitruvio poste in confronto della ragione e delle re¬ 
gole dallo stesso stabilite, e confermate da poi, saprà rischia¬ 
rare finalmente un passo, che non meno intralciato di tanti 
altri, diede luogo a molte discussioni d'uomini dottissimi. 
Alla ragionata interpretazione del Selva, ed all' erudita e 
sensata nota del sig. Lazzari parrebbe che nulla si potesse
	        
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