GIUNTA IV.
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no pretende che i dentelli sieno un' insignificante meschini¬
tä dovuta alla decadenza dell'arte; ma non si può convenire
quando si veggono nella maggior parte degli edifizj greci, e
principalmente in quelli dell'Asia minore, come fra gli altri
nel tempio di Bacco a Teo, in quello di Apollo Didimeo,
nei Propilei di Priene, nelle colonne interne di quelli di Eleu¬
si. Si potrebbe dire piuttosto, che quand’anche sieno stati
posti in opera dagli antichi, sarebbe conveniente l'ommetterli,
e lasciare in quella parte un riposo all'occhio dell' osserva¬
tore. La ragione non cerca esempj; ma se anche se ne vo¬
lesse alcuno di autorevole in questo proposito, basta osserva¬
re la cornice del tempio sull'Ilisso; ed in ciò si accordarono
Palladio e Scamozzi, i quali ai dentelli sostituirono modi¬
glioni. Conviene però anche in questi aver cura che gli or¬
nati non eccedano, e che non sieno troppo variati, prima pel
carattere dell'ordine, ed in secondo luogo per non produrre
confusione e stancare la vista dell'osservatore.
Venendo finalmente all'ultima parte dell'edifizio, cioé al
fastigio, si osservi che l'altezza del timpano, stabilita da Vi¬
truvio ad un nono della larghezza totale della cornice, é con¬
veniente per gli edifizi che si dovevano erigere a Roma; per¬
ciocché questo membro della fabbrica che sostiene il tetto e
quindi prende il suo andamento, deve variare secondo la la¬
titudine del luogo. Quindi veggiamo che nei bellissimi tem¬
pi della Grecia il timpano è anzi molto più basso di quello
che prescrive Vitruvio. Anzi nelle regioni calde vi manca
interamente, facendosi colà i letti piani, o come suol dirsi, à
terrazza. Ma a seconda che la latitudine si aumenta, e quin¬
di i paesi sono soggetti a piogge più frequenti, e nelle sta¬
gioni invérnali a nevi copiose, i tetti si debbono fare con de¬
clivio maggiore, e quindi rialzarsi i frontespizj.
Quindi concludiamo che in tutto natura, ragione e buon¬
gusto debbono essere le sole guide di chi tende ad uscire
dalla tranquilla mediocritä.