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GIUNTA III.
Delle modanature 'e loro ornati, e della scannellatura
delle colonne.
Lutte le produzioni della mente umana, o sieno esse
parto della sua forza creatrice, o sieno imitazione dell'arche¬
tipo che Natura impresse a note indelebili nelle opere sue
multiformi, offrirono sempre nei loro primordj quella sem¬
plicità, o direm meglio, rozzezza, la quale sarà compagna as¬
sidua delle forme che un essere finito potrà dare alla trat¬
teggiabile materia, finchè l'esperienza e le riunite osserva¬
zioni di molti ingegni variando, modificando, rinnovando non
l'allontanino interamente.
Cosi fu delle opere architettoniche. Dalle capanne più in¬
formi che presentavano un semplice intreccio di tronchi e di
rami, si giunse a comode abitazioni ed a magnifici templi;
indi i prodotti del regno vegetabile posposti in gran parte a
quelli del minerale, si costruirono con pietre e con marmi
sontuosi edifizj e di eterna durata. Nulladimeno nel volgere
dei secoli, che abbisognarono per trasformare le capanne nel¬
le prime costruzioni di pietra, non altro s'immaginò che un
semplice ordine, e le colonne constavano puramente di ba¬
se, fusto-e capitello, ed il cornicione di architrave, fregio e
cornice, membri che si chiamano tuttora essenziali, e che
nella loro origine offrivano una monotona ripetizione di figure
tutte angolari. Ma siccome l'uomo ama costantemente la va¬
rietà, che Natura sparse dovunque, benchè dall'unità mai
disgiunta, cercò d'interrompere quella durezza che sogliono
generalmente produrre le figure angolari frapponendovi al¬
cuni membri secondarj, che rendessero l'aspetto dell'opera
più ameno, e l'intera composizione di una più gradevole
armonia. Ecco l'origine di ciò che in architettura chiamasi
modanatura o sagoma, e che lo Scamozzi spiega per forma,