LIBRO II.
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delle vecchie tegole, ond'è costruito il tetto, an¬
co i muri potranno avere solidità. I graticci poi (1
non vorrei che fossero mai stati inventati : che
quanto giovano alla sollecitudine ed alla comodi¬
tà, tanto sono di maggiore e pubblica calamita;
essendo essi, come le faci, sempre pronti ad ac¬
cendersi. Perciò è assai meglio largheggiare nella
spesa dei mattoni, di quello che pel risparmio che
si ha coi graticci, starsi in pericolo. Anco quelli che
sono negl'intonachi, secondo la disposizione de dirit¬
ti e de’ traversi, si fendono. Quando poi s impia¬
strano, ricevendo l’umore si gonfiano, poi asciu¬
gandosi si ritirano, e cosi estenuati frangono la
stabilità dell’intonaco. Ma poichè alcuni, o per la
fretta, o per la povertà, o per regolare un luogo
(1) L'Orsini traduce gl' intelajati ; ma Vitruvio non inten¬
de qui altro che quel tessuto di canne che conserva tutt' og¬
gi il nome di graticcio, intendendosi per muri intelajati quel¬
li che nomina poco dopo il nostro autore siccome coperti
d'intonaco, ed ai quali attribuisce il difetto di far screpolare
l'intonacatura, non già di essere soggetti agl'incendj, sepa¬
rando affatto gli uni dagli altri con dire, e anco quelli che
son negli intonachi ecc ; quasi dir volesse se anche si ripa¬
ra a ciò con le opere intonacate, ove pur entrano i graticci,
si hanno altri difetti. Ed infatti gl'intelajati, constando di
travicelli verticali ed orizzontali disposti a forma di gratico¬
la, che viene coperta di graticcio, ed intonacata, non sono
punto soggetti ad essere incendiati, essendo l'intonaco an¬
zi un preservativo, poichè per legge fisica non può arde¬
re quel corpo che non sia investito dall' aria. Dal testo si
conosce che Vitruvio sapeva distinguere queste cause, me¬
glio che non seppe il Milizia, benchè del secolo delle scien¬
ze, quando diceva che i muri intelajati, oltre all' essere de¬
boli e soggetti a fendersi negl' intonachi, sono anche espo¬
sti agl' incendj.
Sulla formazione dei muri veggasi la Giunta ottava.