CAPO V.
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sti ed estratti dal corpo di quella pietra, e ri¬
marrà ad essa soltanto inerente il calore, immer¬
sa nell' acqua, prima di acquistare vigore dal suo¬
co, per l'umido penetrante nel vuoto dei fori,
conferverà, ed in tal modo poi rinfreddata seac¬
cerà dal corpo della calce il fervore. Per questa
ragione i sassi quando si levano dalla fornace non
possono avere il peso corrispondente a quello che
aveano prima d'esser ivi gettati; ma quando si
pesano, quantunque rimanga lo stesso volume,
per essere evaporato l'umore, si troveranno dimi¬
nuiti della terza parte del peso. Quando adunque
saranno aperti i loro buchi e le loro porosità, fa¬
ranno presa coll'arena, e vi si attaccheranno, e
nel seccarsi s'incorporeranno coi cementi e co¬
stituiranno la solidità delle fabbriche.
CAPO VI.
Della Pozzolana.
23. Ewi una sorte di polvere (1), che pro¬
duce di sua natura cose maravigliose. Nasce nel¬
(1) Vitruvio non indica che ai suoi tempi si facesse uso
della pozzolana invece di arena nell'ergere gli edifizj; ma
gli antichi edifizi, eretti però dopo i tempi di Vitruvio, mo¬
strano ch'era comunc quest' uso. Il nostro autore dà à que¬
sta polvere il nome di Bajana, e Cumana ; Seneca e Plinio
però la dicono pozzolana. Parmi esser questa una prova che
Vitruvio non abbia divisi i suoi libri in capitoli, poiche non
la chiamerebbe nel titolo di questo capo con nome diverso