59.
EMILIANO
Libico, fù da Decio fatto in Mesia Duce & Preposito à i cõfini Sarmatici, ne da Gallo ne fu remosso. Costui adunque, non sendo gli Sciti, generatione industriosissima nel latrocinare, contenti del tributo, lo promesse orando à i suoi soldati ragunati, se vinsesino essi Sciti. Accesi da la speranza del premio, vinsono: & Emiliano tornato in Mesia, seruò la promes sa, & dette il tributo. Per questo atto nobile fù in modo grato al vittorioso esercito, che fù da esso eletto Imperad. Andò Gallo col suo figluolo per quietare tali tumulti: ma al tutto niente fece. Scrisse Emiliano al Senato essere stato fatto Imperadore, promesse di racquistar la
Mesopotamia
& l'Armenie, & discacciar da per tutto gli nimici: ma auanti che si mettessi à l'impresa, i sol dati che erono nell'Alpi, ellessono Imperadore Valeriano. All'hora quelli che erono sotto Emiliano, per non si maculare ne di guerra ciuile, ne del sangue de suoi proprij, per la bassezza & viltà del sangue, lo tagliorno à pezzi, & si dettono à Valeriano, per la sua nobilità, & laudati costumi. visse Emiliano anni 40. & Imperadore, mesitre,
Pom. Leto
.
Eutro.
lib. 9. Bat. Egn. Aur. Vitt.
VALERIANO
, huomo di maggiore speranza che ventura, imperò l'anno del mondo 4216. & di Christo 255. Costui, sendo stato vinto in battaglia da Sapore Re de Persi, inuecchiò in prigione. visse anni 70. & fu nell'Imperio insieme co'l figluolo Gallieno auanti che fussi prigione, anni 4. In mentre vis se prigione, il Re Sapore era solito montare à cauallo, fattolo abbassare, & messoli vn piede in su il collo. Aurel. Vittore.