Full text: Erizzo, Sebastiano: DISCORSO DI M. SEBASTIANO ERIZZO. Sopra le Medaglie de gli Antichi.

685.

{καὶ} λἐγ{ει} {α‘μ}τοῖς, τίνός ή {εἰ}κών {αὔ}τη {καὶ} ἡἐπιγραφ??ί, λέγ{ου}σιν {αὺ}τῶ, κ{αί} σαῥός, τίτε, λέγ{ει} {αὐ}τοῖς, ἀπό δοτε οῦν τὰ {καὶ}σαρος, {καί} σαρι. {καὶ} τὰ τοῦ θεοῦ τῷ θεῶ.
    Da questo detto del Vangelo si vede, che i Giudei erano tributarij del popolo Romano, & che douendo essi portare ogni anno il censo ouero il tributo à Cesare, haueuano la medaglia ouero il Danaio, che chiamar lo vogliamo, che era fatto per pagare il tributo, che qui vien chiamato Numisma census. Et perche, come habbiamo di sopra detto, il popolo Romano comandaua alle città tributarie sempre l'argento, & non l'oro, cioè che si pagasse dieci monete d'argento, per vna d'oro, conuenendo l'argento etiandio con l'oro in decupla proportione, si deue tenere per fermo, che questa medaglia del censo fosse d'argento. Oltre à ciò vediamo, che questa era segnata della imagine di Cesare, & era intitolata al nome di eßo Cesare, però altro non possiamo noi dire, saluo che fossero le medaglie picciole di argento, segnate con la effigie del Principe di quel tempo. Da che si conchiude ancora, che queste medaglie si portassero à Roma da i Giudei, per pagare ogni anno il lor tributo à Cesare; che quando si volesse praesupporre, che il tributo si pagasse con ogni sorte di moneta corrente, saria stata come vanal, ò fallace la dimanda di Christo, che gli fosse mostrata la moneta, che s'hauea da pagare, per il censo. Percioche i Giudei, ò à caso, ò per malitia, gli hauerebbono potuto mostrare vn'altra sorte di moneta, oue non fosse scolpita la effigie di Cesare; senza che, quando il censo si fosse, com'è detto, pagaìo di ogni sorte di moneta, come per eßempio faremmo noi adesso, quando si hauesse à pagare vn tributo, saria similmente stata souerchia la dimanda di Christo, che glie l'haueßero mostrata, potendo da se stesso imaginarsi, che conueniuano essere molte sorti di monete. Di maniera, che noi possiam giudicare, che tali medaglie di argento, non si batteuano per le città della Giudea, per monete proprie del paese, che ne haueuano delle altre altrimenti segnate, & con lettere Ebree, come ne ho io vedute; & meno si batteuano in Roma medesimamente per monete, ma che erano medaglie fatte à posta, per pagare il tributo à Cesare. Et erano segnate con la imagine del Principe, per onorar detto Principe, & per gratificarselo. Et se, sacendosi di tali medaglie mentione, sono nominate, τὸ μόμισμα & δυνάριον, cioè Numisma, & Denarius, è perche la lingua Greca, et la Latina non haueuano altre voci da significare, ouero esprimere questa tal medaglia, che portauano i Giudei nel tributo à Cesare. Et propriamente νὸ μισμα in Greco significa vn fragmento, ò pezzo di metallo segnato, ouero coniato. Il che si può riferire così al metallo coniato per moneta ordinaria da spendere, come al metallo segnato ad altro fine estraordinariamente, come c'insegna Suida con tai parole. Νό {μι}σμα σημ{αι} ν{ει} τὸ κὸμμα τοῦ τετυπω’μνον Χαλκοῦ. Et è chiamata qui tal medaglia Denariũ dalla sua forma rotõda, à guisa di vn danaio & segnata. Et ancora per non hauere hauuto altre uoci la lingua da esprimere vna cosa tale, che Numi, Numismata, Denarium, che medesimamente sono attribuite alla moneta ordinaria da spendere; ò forse anco la faceuano del peso di vn Denario, ritrouandosi alcune dì tali medaglie segnate con l'imagine de' Cesari del medesimo peso, & perauentura chiamauano così questa Denarium, cioè il Da-
naio,

Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer