Full text: Augustin, Antonio: DIALOGHI DI DON ANTONIO AGOSTINI ARCIVESCOVO DI TARRACONA INTORNO ALLE MEDAGLIE INSCRITTIONI ET ALTRE ANTICHITA TRADOTTI DI LINGVA SPAGNVOLA IN ITALIANA DA DIONIGI OTTAVIANO SADA & dal medesimo accresciuti con diuerse' annotationi, & illustrati con 36 disegni di molte Medaglie. & d'altre figure'.

237.

certa vittoria di poco momento, & entrò per forza in vn luogo poco nominato: nõdimeno si credette di trionfare, se non l'hauessero impedito le guerre ciuili di Cesare , & di Pompeo .
   B. Come poteuano esser'detti Imperadori alcuni, che non furno mai alla guerra, & si chiamauano IMP. III. ò IIII. ò di piu numeri?
   A. Bastaua loro, che i suoi Capitani hauessero ottenuto quelle vittorie, per ciò che tutto quel che i soldati vincono, s'attribuisce al Capitano generale, che era l'Imperadore. Ma torniamo à gli edifici.
   B. Che cosa è vn'edificio che io hò veduto in vn rouescio
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  · Census ID10064434: »Dupondius of Nero / Macellum (RIC 109)«

di Nerone , con molte colonne & con certe lettere, MAC. o MAG. AVG. Et credo d'hauer qui la medaglia, la quale voglio mostrare à V.S.& eccola.
Figure
Type: drawing

Note: Legend:
Coin drawings starting from upper left:

1. Census ID 10064434: »Dupondius of Nero / Macellum (RIC 109)«

   A. Io saprò dir molto poco di questo rouescio: ma dirò quel che si diceua in Roma . Quelli che leggeuano MAC. voleuano, che la parola intera fusse Macellum, & gl'altri che leggeuano MAG. diceuano che era Magna Augusti domus, che è quella che alcuni chiamano, Domus aurea Neronis.
   B. Che cosa era il Macello? il luogo forse doue si vẽdeua la carne? & per che si diceu'egli cosi?
   A. Molte altre cose da mangiare si vendeuano nel Macello, & come dice Festo

(se bene io mi ricordo) fù detto così, per vn sopranome simile d'vn Romano, di chi fù da principio quella casa, ò sito, il quale credo che fusse confiscato, essendo il padrone stato assassino di strada.
   B. A me pare, che vn simil luogo non meritasse così buon edificio, come si ve de nella medaglia.
   A. Diciamo adunque che era la casa tanto grande & così nominata di Nerone , della quale furono detti quei versi gratiosi, che mette Suetonio .
Roma domus fiet, Veias migrate Quirites,
Si non & Veios occupat ista domus.


   C. Per che è egli in cotesti versi il nome de'Veij? ha forse alcun misterio?
   A. Non v'è senza cagione. Percio che dopo l'essere stata saccheggiata, & distrutta Roma da i Galli, rimase tanto rouinata, che giudicauano esser meglio abbandonarla, & andar ad habitare à Veij : ma quando si congregarono per far vn Senatusconsulto sopra ciò, vdirono vna voce, che diceua, Hic maneamus; ò altra simil cosa.
   C. E di chi fù quella voce? d'alcuno de'loro Idoli?
   A. No, ma d'vn soldato, che con certa gente era fuor del tempio, doue s'era adunato il Senato, & voleua dire che aspettassero in quel luogo, fin che vscissero del tempio i Senatori: & fù di tanta forza quella parola, detta cosi à proposito, che non ardirono d'andarsene à i Veij . Questo chiamauano in Latino Omen, & ne mettono molti esẽpi Valerio Massimo , & Cicerone . Della villa Publica, che era appresso al luogo doue si teneuano i Comitij centuriati nel Cãpo Martio , si vede la figura in alcune medaglie di Didio; & trat
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