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to lo appartenerglisi il vendicare la morte di Pertinace, che per prima lo gouernò, e che v'era tuttauia in grande stima, fù da quello chiamato Imperadore, Augusto, e Pertinace; le quali fauille, spregiate da Nigro, si conuertirono poscia in tanto fuoco, che ne restò incenerito non meno il verde delle aggiustate sue speranze, che lui medesi mo, hauendo renduto, con la propria negligenza, maggiore Seuero di quello, ch'egli s'era potuto dare a credere; percioche condotto da questo l'esercito Illirico a Roma, e presoui senza contrasto il possesso dell'Imperio giudican do, che non con altro, che con le sole grandissime fatiche, e pericoli si potessero le difficili Imprese superare, con nuoui apparecchi di guerra, senza interrom pimento di tempo, s'incaminò contra Pescennio; il quale preso dal terrore, per la nouità, e per la prestezza de'seguenti accidenti, rimosso da'piaceri, e destato in lui l'ardire, e la fortezza dell'animo, non si stimando ancora posto dall'auuersario in tanta disperatione delle cose, che non gli restasse modo di poter tornare in brieue nella primiera felicità, fortificato di soldati, e d'aiuti, e preso per sè Bizantio, non bene corrispose dapoi a'presenti suoi apparecchi, che anzi mostrando di hauer più in grado l'otio che la fatica, spinse contra Seuero, Emiliano, che poco appresso restò, verso Cizico, disfatto, non senza nota, di essersi in quella battaglia infedelmente portato per Nigro; il quale stretto in fine dalla necessità di far proua di ogni partito, vedute disperse le prime speranze, raunato di persona nuoue forze, con esse all'Inimico si oppose; e la doue fù Dario vinto dal Magno Alessandro, tale sconfitta riportò, che fuggendo con pochi in Antiochia, perduto ogni ardire, & intento a nuoua fuga, souraggiunto in certi subborghi da'Caualli di Seuero, colà gli fù troncata la testa. Cotal fine riportò Nigro per pena della sua trascuragine; poiche s'egli, acclamato che fù Imperadore, si fosse subito trasferito a Roma, e reso forte di soldati, non haurebbono forse gl'Illirici eletto Seuero; massimamente, che la fama di lui non era disprezzabile. La moglie, e li figliuoli, che ne restarono, furono prima sbandeggiati, e poi fatti morire, e la casa di tant'huomo affatto per tal via si estinse.
1. Veggonsi alcune medaglie di Pescennio, ma tutte rarissime per cagione del piccolo numero, che se ne truoua; la seguente però battuta nella Grecia contiene, con la testa laureata di lui, le lettere: ΑΥΤ÷Κ÷ΓΙΣΚ÷ΝΙΓΡΟΣ÷ΙΟΥΣΤΟΣ. ΣΕΒ÷ cioè
Imp. C. Pesc. Niger Iustus Aug.
& hà
2. nel rouescio vn huomo ignudo con vn vaso nella destra, e due racemi d'vua nella sinistra mano, e tale inscrittione: ΚΑΙΣΑΡΕΙΑΣ. ΓΕΡΜΑΝΙΚΕΙΥ cioè
Caesareae Germanicae.
La qual medaglia può essere stata battuta dall'vna delle Città, che furono chiamate Cesarea, e forsi da quella di Siria; nella qual Prouincia egli fù proclamato Imperadore; e che lo ignudo sia Bacco, il quale in cotal guisa significherà, per auuentura, che il vino, e la vbbriachezza, scoprono bene spesso quello, che fù prima occultato con diligenza: gli si dà il vaso in mano per bere, e li racemi dell'vua per ispremerne a sua voglia il dolce liquore, forse dilettandosi l'infelice Pescennio di bere tal fiata di fouerchio, affermando gl'Historici, che in Antiochia si fosse dato in preda al senso; & alcun suo particolar vitio vollero, cred'io, significare con fimile rouescio; e che la lasciuia di lui fosse giunta a cotal colmo, che si compiacesse nel vedersi rappresentare gli stessi suoi vitij: ouero, che col simulacro di Bacco, che tutto spira letitia, & allegrezza, si volesse annuntiare, che il medesimo incontrerebbe a Pescennio: ma gli poterono anche, per via di così fattosimbolo, annuntiare la vittoria della guerra, con Seuero; poiche Bacco fù vittorioso nell'India, e dalla vittoria deriua poi il pieno de piaceri, e della letitia, che in quella figura si raccoglie.