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cittadini a reprimere la sedizione di
Tiberio Gracco. Ve ne ha un ter-
zo annerito dal fuoco, che in me¬
daglia falsa vedesi ritratto per Fabio
Massimo; e dovetr' essere quella te-
sta, che insieme coll' elogio di quel
gran Generale si trovò in Arezzo.
Seneca e Ovidio, son quelli, che
per tali corrono ne' Musei.
Di Greci abbiamo maggior nu¬
mero. Il Solone con epigrafe creduta
antica, il Sofocle, la Saffo riten-
gono il pristino nome con buona
ragione, di meritarlo. Il poeta Eu-
ripide in marmo ferrigno è affatto
simile nella materia e nelle sembian¬
ze al già edito fra' Capitolini: ma
qualche vestigio di antiche lettere pieche osyyeute
fa dubitar che non sia soggetto di-odernaene
verso. Socrate, Alcibiade, Anacreon-
te, Omero, Demostene, parte sono
di nuovo acquisto, parte tolti dal
novero degli incogniti. Innominato
fu lungo tempo il picciol busto di
Platone; quello stesso, che Gronovio
ha inserito nel suo Tesoro, e si cre¬
deva ſmarrito. E stato ravvisato a'
lineamenti, e alla greca epigrafe,
sebbene alquanto consunta. Esso è
ben