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LIBRO QUARTO.
Abuso, che si venne a fare delle Terme.
CAr. I.
Er rintracciare quando le Terme principali nostre
andarono in disuso, convenevole certo è il cerca-
re i motivi dell' abbandonamento delle Terme in
generale. E ben fu creduto somministrare lumi
baſtanti a ciò rinvenire, Marcello Vergilio degli Adriani.
noſtro illustre Fiorentino, ragionando a maniera di Comen-
tatore sopra Dioscoride De Medica materia, ch’ egli tradus-
se, nel Libro 1. in questa guisa: Neceßarium deinde earum
usum ad luxuriam, & voluptates Graeci primum, dein eos imi¬
tati Romani, converterunt. Checchè sia, che il famoso Pa¬
dre Paciaudi antepone la lascivia de'Romani a quella de
Greci nel §. 1v. del Capitolo 111. della sua Opera De Sa-
cris Balneis, egli avverte opportunamente in altro luogo,
che posito pudore mulieres promiscuis Balneis usae sunt. E Caio
Gracco sopraccitato alla comodità, e propinquità de’ Ba¬
gni ascrive il disordine da Giovenale nella Satira VI. ri-
preso, e da Esiodo Scrittore antichissimo corretto, dicen¬
do, ma in Greca favella:
Neque in muliebri Balneo corpus abluito, vir.
Tali coſe cosi essendo, fu d'uopo l'apporvi rimedio. Lo
stesso Padre Paciaudi: Censoria Lex id probro dedit, &
sub repudii, & dotis amissionis poena compescuit. Laonde in
L. fin. tit. de repud. dagl'Imperadori, che furono più mo-
rigerati, gli uomini dalle donne vennero separati nel la¬
varsi in vigore di loro ordinazioni. Di qui è che alcuni Ba¬
gni si trovano edificati solamente per servigio delle femmi¬
ne, quali furono i Bagni d'Agrippina, e quelli d’Olimpiade
in Suburra, e non usati già alla maniera delle donne
de' Lacedemoni, che si lavavano non da loro sole standosi.
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Del