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della Città e Stato di Siena, quivi diligentemente, e cautamente ac-
compagnati sotto la vigilante direzione del Nobile Deputato, e di un
Medico dell’antico loro Soppresso Spedale di detta Città, in num. 10.
Uomini, e num. 9. Donne.
Sotto li 26. Giugno dell’ anno suddetto furono ivi trasferiti gli
antichi Invalidi non allettati, con essere stati rivestiti di nuovo uni¬
forme dalla Guardaroba di S. Maria Nuova, e di li processionalmente
condotti in Bonifazio in num. 54. Uomini, e in num. 89. Donne.
Posteriormente sotto li 2. Giugno fu eseguito anco l’altro tra¬
sporto dei Malati Cutanei Rognosi del soppresso Spedale di S. Eusebio
in num. 20. Uomini, e num. 9. Donne oltre num. 20. Tignosi, e
num. 24. Donne Tignose esistenti nel Regio Arcispedale di S. Maria
Nuova stativi trasportati due giorni innanzi.
1490. Oltre alle solite Zane fu quindi introdotto quel comodo che dicesi cata-
letto, ove poter meglio adagiare un povero Infermo nell’atto di doverlo tra
sportare come sopra.
1576. Dal Gran-Duca Francesco de’ Medici ottennero il sito dove esiste la Compa-
gnia attuale la quale ridussero a proprie spese per l’uso suddetto, incominciando fin
d’allora a prevalersi delle cappe nere nell'atto dei detti trasporti, per una mag-
giore uniformitâ e decenza, e per non appalesare al Pubblico i nomi di quelli che
volevano impiegar i nel detto S. Esercizio, prendendo per loro Protettore il glo-
rioso Martire S. Sebastiano.
1605. Successivamente furono date a questa Compagnia diverse Regole, per le
quali si fissò un numero di Fratelli destinati a presedere al buon ordine dell
opera suddetta, e ristretti a soli settantadue, trenta dei quali dovessero essere
Sacerdoti, e quarantadue Laici; si prescrisse loro, oltre ai detti trasporti, anco
l’esercizio di altre opere di Misericordia secondo la maggior loro possibilità.
Si repartirono gli ufizi, e gl’impieghi tra’ detti Fratelli del numero ristretto
come sopra.
Si ammessero ai trasporti e alle altre opere di Misericordia anco gli altri con¬
correnti detti del numero maggiore.
E più modernamente hanno anco esteso il loro pio esercizio a vantaggio dei
poveri Malati esistenti nelle case particolari, dove ad ogni menoma richiesta
fanno a gara a prestar loro qualunque assidua assistenza, tanto di giorno, che di
notte, e ad impiegarsi in qualsivoglia più necessario e basso ufizio caritativo a
sollievo dell’umanità, e a gloria del loro Istituto.