Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

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RAGIONAMENTI 
partorire in quel luogo il benefizio comune non solamente del suo Stato, ma 
la sicurtà di que'mari, e del suo dominio, edificandovi la Città di Cosmopoli. 
P. Sta bene, or finite il resto. 
G. Seguita quando Giove parte in Cielo, pigliando delle tre parti il maggior 
dominio; cosi ha preso il Duca nostro il governo dello Stato di Fiorenza 
per farne V. E. Principe, e Duca, acciò dopo Lui mostriate la virtù del 
voſtro animo degno di si onorato, e ricco presente; e perchè possiate co- 
minciare presto, dovrà darvi quel di Siena; le cose ecclesiastiche saranno, 
con quella grazia che si vede piovere dal Cielo, rette da D. Ferdinando; 
quelle del Mare da D. Pietro; e il resto de' Regni, che si acquisteranno, 
saranno dedicati alle virtù de' vostri fratelli Illustrissimi, e cosi come Giove 
donò a’ parenti, e amici li altri regni, non meno per virtù il gran vostro 
Padre è stato largo; perchè del suo Stato ha donato a molti molti luoghi, 
facendo presente ancora a Giulio Terzo Pontefice (a) del Monte S. Sa- 
vino, oggi Contea, e patria di detto Pontefice. 
P. Ogni coſa è verissima; tornate alla storia di Danae. 
G. Questi, Signor mio, son coloro, che per oro, e doni sono sforzati dalla 
cortesia, e liberalità a far la volontà del Duca nostro, il quale in pioggia 
d'oro passando per li luoghi più segreti, trae di quelli, cioè di luoghi im¬ 
possibili, ogni persona per donativi, e per amore a’suoi servigi per onorarlo 
P. Questo sacrifizio, che segue, che significa egli? 
G. Questo è, dopo il vincer le guerre, i sacrifizi pubblici, e il riconoscere Id- 
dio del Duca nostro, rendendo grazie alla Maestà Sua, che temendolo, e 
amandolo combatte, e vince l'impossibile per lui, onde chi vede, e ode, 
va magnificando il suo nome. 
P. Restaci appunto questa di Ganimede; seguitate il fine. 
G. Dico, che siccome Ganimede fu di smisurata bellezza, figliuolo di Trojo, 
cosi il Duca nostro, figliuolo del gran Giovanni de' Medici, Re di tutti gli 
uomini forti, giovanetto di bellezza, e grazia, con le virtù di lettere, e 
d'arme, turbò la quiete co' cani, cioè con li costumi buoni, e vinse le fie- 
re; poi dal sommo Giove in forma d'Aquila rapito in Cielo, diventò cop- 
piere di tutti li Dei, cioè fu chiamato da’ suoi Cittadini nella sua giova- 
nezza, destinato Principe di questa Città, e da Cesare Vostro, cioè dall 
Aquila Imperiale portato in Cielo, e confermato Duca; viene a esser poi fat- 
to coppière, perchè con l'ambrosia desse bere alli Iddei, cioè con modo dol- 
cissi. 
(a) Il Papa Giulio III. fu Aretino: il Nonno di Lui 
cesco Albergotti, come nelle dette Deliberazioni 
Messer Fabiano d'Antonio Ciocchi oriundo del Mon- 
lib..X. pag. 298. L’istesso Cardinale tenne lunga- 
tesansavino, Terra dell' Aretina Diogesi, doman. 
mente la Propositura Aretina, Dignità maggiore 
dò, ed ottenne per se, e per li suoi discendenti gli 
dopo l’Episcopale nel Duomo di Arezzo; ed in una 
onori pubblici della Città di Arezzo l’anno 1497. 
sua letiera del di 5. Settembre 1516. diretta Digni- 
a di 19. Novembre, come si vede nelle Delibera. 
tatibus Canonicis & Capitulo Ecclesiae Aretinae, che 
zioni del nostro Comune lib. O. pag. 195.; onde 
originalmente si conserva nella filza 2. di lettere 
poi nel 1550., allorchè il Cardinal Gio: Maria di 
del Capitolare Archivio, si sottoscrisse Joannes Maria 
Vincenzio del detto Messer Fabiano Ciocchi, chia. 
Archiepiscopus Sipontinus & Praepositus Aretinus. Di¬ 
mato il Cardinal di Monte, diventò Giulio III. 
venuto poi Cardinale nel 1536. rinunziò la detia 
gli Aretini destinarongli, come a loro Concittadi- 
Propositura nel 1544. ad Innocenzo di Monte, co- 
no, una solenne Ambasceria = Attendentes, quod 
me nelle Deliberazionl Capitolari del detto anno 
sub die 7. praesentis mensis (Febbrajo 1550.) fuit as¬ 
pagin. 143. Una sua Pontificale immagine vetusta si 
sumptus ad gradum Pontificatus Julius III. Arretinus 
conserva nell' l'dienza del Capitolo di detta Cat. 
Civis . . . . deliberaverunt fieri tres Oratores, mitten. 
tedrale con questi versi: 
dos ad pedes Sanctissimos - ed elessero Messer Gre. 
Ciocchius, Arreti fuerat qui Sede secundus, 
gorio Ricoveri, Messer Onofrio Camajani, e Fran- 
Julius a Mente, est Orbis in Urbe caput,
	        
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