Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

RAGIONAMENTI 
G. Del suo imperio non si fa scettro, essendo principale capo di tutti gli Dei 
il fulmine se gli fa, perchè egli, come Padrone del Cielo, co’ fulmini per- 
cuote la terra; e le tre punte, come s'è detto, puniscono non solo i su- 
perbi, ma ancora gli altri, che errano. 
P. Fu certo grande uomo; potestà, che sola si concede al sommo Fattore. 
G. Spesso interviene, che si adora tale uomo per Iddio, che è una bestia, ed 
è grandissima empietà, e ignoranza; ma pet tornare, questi abitò il Monte 
Olimpo, e ricevè in ospizio tutti li Re, e Principi de popoli, e venivano 
a lui tutti quelli, che avevano liti, ed erano con giudizio retto da lui deci¬ 
se; rimunerò, e accarezzò grandemente quelli, che con industria fussono 
inventori delle novità, che portassono utile alla vita umana; ed egli fu di 
infinite inventore per salute, e comodo de'suoi popoli; divise gl' Imper 
con Fratelli; e ad amici, e parenti donò; lasciò leggi, ordini, e costumi da 
ottimo Principe. 
P. Questo averlo fatto sopra tutti gli Dei, pur si vede che lo meritava ope. 
rando bene, che ne dite? 
G. Egli è vero; e certo è, che anche con astuzia aggiunse gloria alla sua 
grandezza, la quale ho fatta-in questo quadro grande verso la finestra, e 
l'ho finta vecchia, con acconciatura di capo, dentrovi due ale, e fra i 
capelli canuticci due serpi, e nella finistra mano una lucerna accesa. 
P. Dove lasciate voi lo specchio, che ella tiene nella destra, guardandovisi 
dentro? ditemi un poco i suoi fignificati. 
G. Sempre nelle persone, che vivono assai, è lo sperimento, e l'astuzia; le 
due serpi sono attorno al capo per la prudenza, e le due ali per il tempo 
passato, che è già volato via; lo specchio si mette per il presente, e la 
lucerna accesa per il futuro, antivedendo per vigilanza il tutto. 
P. Bella fantasia; ma ditemi, che femmina è quella, che nella destra mano 
ha quelle palme, e nella sinistra quel troseo, e quelle altre armi attorno: 
G. Signor mio, quella è figurata per la gloria, e quell'altra è la liberalità, 
come vedete in quell'altro quadro, con quel bacino in mano pieno di de 
nari, gioje, catene d'oro, rivesciandole in giù, che si sece adorare come fece 
Giove, e diventò gloriosissima 
P. Mi piace; ma che figurate voi questo bel giovane armato all' antica con 
queste corone di lauro, di quercia, di gramigna, con tanti trofei, e tan- 
te palme, e olive intorno? 
G. Questo è fatto per l'onore, che acquistano gli uomini, che per fatiche d' 
armi ricevono le corone navali, rostrali, o murali, i quali animosamente 
combattendo, si fanno sopra gli altri onorati, come se fussero Iddii; e per- 
chè queste quattro virtù furono larghe nel sommo Giove, si mostra la via 
a' Principi, che vadano imitando queste quattro virtù. 
P. Sono satisfatto; tornate alle storie. lo veggo qui nel fregio, che s'aggira 
intorno alla camera, tanti putti naturali ignudi, che reggono in varie at- 
titudini il palco, e questi quattro paesi, che cosa sono? 
G. In uno è Giove trasformato in Cigno, del quale, abbracciandolo Leda, e 
ingravidata di esso, ne nacque poi Castore, e Polluce, ed Elena; nelli altri 
vi sono sacrifizj di più animali fatti dalli uomini al sommo Giove. 
P. Tutto
	        
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