Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

DEL. 
V.A.SARI 
P. Di queste altre otto sorelle udii già le proprietà, che lor danno questi 
scrittori; ma riditemi il vostro parere. 
G. Dicono, che dopo Calliope l'al tra si chiama Clio per la volontà d’ im- 
parare, Euterpe per dilettarsi in quello in che altri pigli la cura, Melpo- 
mene è dare opera a quello con ogni studio, Talia è capire in te quello 
a che dai opera, Polimnia è la memoria per ricordarsene, Erato è rinno- 
vare l'invenzione da se, Tesicore è giudicar bene quello che vedi, e tro- 
vi, Urania è eleggere il buono di quello, che troverai, e Calliope è prof- 
ferire bene tutto quello che si legge, che è questa, come dissi prima a 
V. E., che siede, stando con la bocca aperta, acciocchè profferisca, e can- 
ti bene le lodi, e i fatti non solo de' Principi grandi, ma di coloro, che 
imitano le virtù, e se le affaticano per li scrittoi, come fa chi di conti 
nuo sta, e starà in questo. 
P. Mi piace il voſtro discorso; ma perchè fate voi quei due putti a sedere 
uno in su quel corno di dovizia posato con le frutte in terra, e quell'al- 
tro, che saglie sopra il corno, e ha posato una gamba in su quella ma 
schera di vecchio brutta, e che tira il corno di dovizio a terra? ditemi il 
significato suo. 
G. Questi sono fatti uno per lo amore divino, l'altro per lo amore umano 
sopra l’umano siede godendo le cose terrene, e il divino lo va tirando at- 
terra, e lo sprezza, salendo al Cielo per godere, e contemplare le divine, 
la maſchera, che ha sotto di vecchio, brutta, è il vizio conculcato da 
esso amore divino; e il guardare alto, è il contemplare le virtù. 
P. Mi ſatisfa aſsai; ma che ci fa poi questa palla del mondo? 
G. Questa è fatta per l'universo, che tutti nelli anni più teneri ci dovremmo 
voltare alle virtù, e scienze di queste nove donne, che ci dimostrano la 
natura delle cose; e questo denotano quelli strumenti, e libri appartenen- 
ti a queste Muse. 
P. Tutto mi piace, ma quella tromba sotto la palla del mondo che cosa è? 
G. Quella è la tromba della fama, la quale risuona per tutto il mondo per 
l'opere di coloro, che seguitano il coro delle nove donne. 
P. Mi piace; ma questa impresa del Duca nostro sopra questa finestra senza 
motto alcuno, dove è quella donna, che ha quel morso di cavallo in ma- 
no, e nell’altra ha una palla di vetro, come uno specchio, nella quale 
dà dentro la spera del Sole, e abbraccia quelle cose oscure, e le chiare 
non le tocca, diffinitemela un poco. 
G. Questa è la prudenza, e temperanza del Duca nostro, il quale vedendo 
nello specchio della vita di coloro, che egli giudica, il Sole della giusti- 
zia percuote nella palla dello specchio, e le cose maligne incende, e con- 
suma, e alle chiare, e pure non fa nocumento, dimostrando, che la tempe 
ranza, e prudenza non tocca, nè offende mai li buoni, ma arde, e con- 
suma tutti li rei di continuo. 
P. Ma poichè siamo al fine, ditemi che cosa è in questa finestra di vetro più 
eccellente che l'altre? che fanno quelle tre donne intorno a quella Venere: 
G. Signore, quelle sono le tre Grazie, che la fanno bella; una le acconcia il 
capo con gioje, perle, e fiori; l’altra le tiene lo specchio, porgendo l'al- 
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tre
	        
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