DEL.
V.A.SARI
P. Di queste altre otto sorelle udii già le proprietà, che lor danno questi
scrittori; ma riditemi il vostro parere.
G. Dicono, che dopo Calliope l'al tra si chiama Clio per la volontà d’ im-
parare, Euterpe per dilettarsi in quello in che altri pigli la cura, Melpo-
mene è dare opera a quello con ogni studio, Talia è capire in te quello
a che dai opera, Polimnia è la memoria per ricordarsene, Erato è rinno-
vare l'invenzione da se, Tesicore è giudicar bene quello che vedi, e tro-
vi, Urania è eleggere il buono di quello, che troverai, e Calliope è prof-
ferire bene tutto quello che si legge, che è questa, come dissi prima a
V. E., che siede, stando con la bocca aperta, acciocchè profferisca, e can-
ti bene le lodi, e i fatti non solo de' Principi grandi, ma di coloro, che
imitano le virtù, e se le affaticano per li scrittoi, come fa chi di conti
nuo sta, e starà in questo.
P. Mi piace il voſtro discorso; ma perchè fate voi quei due putti a sedere
uno in su quel corno di dovizia posato con le frutte in terra, e quell'al-
tro, che saglie sopra il corno, e ha posato una gamba in su quella ma
schera di vecchio brutta, e che tira il corno di dovizio a terra? ditemi il
significato suo.
G. Questi sono fatti uno per lo amore divino, l'altro per lo amore umano
sopra l’umano siede godendo le cose terrene, e il divino lo va tirando at-
terra, e lo sprezza, salendo al Cielo per godere, e contemplare le divine,
la maſchera, che ha sotto di vecchio, brutta, è il vizio conculcato da
esso amore divino; e il guardare alto, è il contemplare le virtù.
P. Mi ſatisfa aſsai; ma che ci fa poi questa palla del mondo?
G. Questa è fatta per l'universo, che tutti nelli anni più teneri ci dovremmo
voltare alle virtù, e scienze di queste nove donne, che ci dimostrano la
natura delle cose; e questo denotano quelli strumenti, e libri appartenen-
ti a queste Muse.
P. Tutto mi piace, ma quella tromba sotto la palla del mondo che cosa è?
G. Quella è la tromba della fama, la quale risuona per tutto il mondo per
l'opere di coloro, che seguitano il coro delle nove donne.
P. Mi piace; ma questa impresa del Duca nostro sopra questa finestra senza
motto alcuno, dove è quella donna, che ha quel morso di cavallo in ma-
no, e nell’altra ha una palla di vetro, come uno specchio, nella quale
dà dentro la spera del Sole, e abbraccia quelle cose oscure, e le chiare
non le tocca, diffinitemela un poco.
G. Questa è la prudenza, e temperanza del Duca nostro, il quale vedendo
nello specchio della vita di coloro, che egli giudica, il Sole della giusti-
zia percuote nella palla dello specchio, e le cose maligne incende, e con-
suma, e alle chiare, e pure non fa nocumento, dimostrando, che la tempe
ranza, e prudenza non tocca, nè offende mai li buoni, ma arde, e con-
suma tutti li rei di continuo.
P. Ma poichè siamo al fine, ditemi che cosa è in questa finestra di vetro più
eccellente che l'altre? che fanno quelle tre donne intorno a quella Venere:
G. Signore, quelle sono le tre Grazie, che la fanno bella; una le acconcia il
capo con gioje, perle, e fiori; l’altra le tiene lo specchio, porgendo l'al-
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