Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

DEL 
ASARI. 
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G. Questo primo è il Cardona, che parla col Padula. 
Questi è colui, che su per non far seguire lo effetto del ritorno de' Me- 
dici, quando gli Ambasciadori Fiorentini la seconda volta mandati dal po- 
polo, e da Piero Soderini con tante offerte, e condizioni larghe, e’ fu per 
esser corrotto dallo appetito della cupidigia, e dall'avarizia, se non era il 
Padula, e il Legato, che lo temperarono con molti altri Signori, che mo- 
strarono, che si doveva per molte ragioni opprimere la parte Franzese, e 
che sendo i Medici stati cacciati da loro, non si scorderiano mai per tem- 
po nessuno il benefizio fatto da lui nella amicizia, e gratitudine ricevuta 
da loro rimettendogli in casa; ma chi è quegli, che è allato al Cardona di 
qua con quella barba bianca: 
G. Signore, questo è il Signore Andrea Caraffa Napoletano, molto affeziona- 
to a' Medici; allato a esso abbiam fatto Franciotto Orsino, e Niccolò Vi- 
telli, che è quel giovane allatogli in proffilo; e gli altri sono le genti loro 
de’ Pepoli, e degli altri capi, che accompagnano il Legato. 
P. Questi Cittadini, che lo incontrano, sapete chi e' sieno? 
G. Signor si, l'uno è Giovambattista Ridolsi, che è quello del mantello pao. 
nazzo, che volta a noi le spalle, che su fatto poi dal Legato de’ Medici 
primo Gonfaloniere della Città; gli altri sono diversi Cittadini amici di ca- 
ſa, che si rallegrano vedendo ritornato nella patria loro la base, e la fer- 
mezza di questo paese, e al popolo l'abbondanza. Quivi è anche concorso 
di donne a vedere, e di putti in segno di letizia: sulla porta della Città 
è comparso con molti a cavallo Messer Cosimo de’ Pazzi Arcivescovo di 
Firenze, che prima andò a incontrare il Magnifico Giuliano fratello del 
Legato; vedete ch'egli esce appunto fuor della porta? 
P. Ogni cosa sta bene; ma questa figura grande ignuda qua innanzi alla sto- 
ria, che sta in quella attitudine stravolta, e questa giovanetta adorna di 
fiori in testa, che gli mette in capo quella corona d’oro piena di gioje, e 
di perle, ditemi, che significato sia il suo? 
G. Questo è il fiume d'Arno, che posa il braccio manco sopra la testa di quel 
Leone, ed ha quel corno pieno di fiori fatto, e figurato per l'abbondanza 
del paese, e quel remo in mano, perchè si naviga con legni assai grandi 
dalla foce dove entra in mare fino a Pisa, e poi con scafe, e navicelli si- 
no a Firenze; e quella femmina, che dice V. E., è Flora, la quale gli met- 
te in capo il mazzocchio Ducale dimostrando, che da questa tornata di 
Giovanni Cardinale de' Medici si stabili per la grandezza sua il fondamen- 
to vero del governo di questa Città nella casa de’Medici. 
P. Certamente che questo fatto fu gran principio della grandezza di casa 
nostra, ed è anche notabile per la liberalità, che usò il Legato de’ Medici 
in rimunerare i Capitani, e i Soldati con doni onorati per si rilevato 
benefizio di averlo rimesso con i suoi in casa, accompagnando questo ne- 
gozio con uffizii amorevoli di parole, e di obbligazione perpetua, oltre al 
le offerte, e le cortesie de' premii donati loro. Chiamando poi il popolo, e 
i cittadini in questo loro ritorno armati in piazza a parlamento, secondo 
l'ordine vecchio, si elessero que' quindici cittadini, che sapete, nobilissimi 
e amici de' Medici, e appresso i sessanta in compagnia loro, i quali rifor- 
marono lo Stato. 
G. Tut-
	        
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