della Santiss. Nunziata. 243
Vn Garzoncello posto dalla bocca d' un Bue a morta¬
lissimo danno, ricorda la NVNZIITA, e di
niente vien offeso. Cap. LXXVIII.
Vegli Scrittori, i quali distinsero
tra la Fortuna, e'l Caso, affermato
anno, che a piu cose sottentraua il
Caso, che la Fortuna: essendochè
quanto auuien da questa, auuien
altresi da quello: ne però allo'ncontro, gli esiti na
scenti da quello, nascon da questa. Ma siasi il Ca¬
so vn euento di cosa inopinata, o siasi la Fortuna
vna cagione per accidente nelle cose operate con
proposito, e col fine, io quant'a me creder voglio,
alcuni strani auuenimenti di rado succedere, per
alcun rispetto da S. D. M. cosi permessi. In questa
maniera si raffigura esser quello, quale ad Agnolo
di Pagolo da San Lorino del Conte auuenne il 28
d'Ottobre nel 1612. Aueua egli attaccati i buoi
alla treggia, e mentre altroue attendeua, vno di es-
si, con la bocca presigli i genitali, forte strignendo
alzatolo all'aria, sel gittò dietro alle ſpalle: nè lie-
ue era però il peso, essendo il Garzoncello, come
presenzialmente se n’ebbe vista, di tredici in quat-
tordici anni : nè piccolo fu il tratto, poiche andò a
percuoter la vita di esso in su la punta di due pali
della treggia, che per ragione doueuano nella car-
ne ficcarglisi. E nondimeno, ricordando egli la
Nunziata, non senti offe ſa nè dall'vno, nè dall'al-
tro pericolo, se non quanto stretto dalla bocca di
quel¬