della Santiss. Nunliata.
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Rimasto Domenico di Giusto Fornaio sotto la rouina
della sua casa, inuocando la NVNZIATA non
viene in parte alcuna infranto. Cap. XLI.
Rocelloso è questo Pelago del
Mondo, per doue noi Mortali sol¬
chiamo, rouinoso è l'albergo del
corpo, nel quale viuiamo, e tutta
piena di pericoli ciascuna cosa ter
rena, con ansie voglie da noi pro¬
cacciata. Anzi in quelle, in cui guadagno si cer¬
ca; rammarico, & affanni si troua le piu volte. E
lo ci moſtra vna spauentoſa ruina aſſai chiaro,
quale son io ora per raccontare. Era Domenico
di Giusto, Fornaio in Firenze doue dicono della
Vacca, huomo assai agiato, & accorto molto nel
far a suo debito tempo le prouuisioni del grano;
& assai ne riponeua: come quegli, che di farur
guadagno non lo'ngannaua la speranza. Ora,
auendon egli l'Anno 1547. buona quantità, e
con molta riposta farina aggrauato i palchi souer¬
chio; la notte della Festiuità di tutti i Santi, men¬
tre con sua brigata era in casa a dormire; rouinò
quel più alto, doue gran peso ne era del macina-
to, si che altri due di sotto, forse non troppo ga-
gliardi per vecchiezza, altresi rouinarono; e tutti
e tre sopra la stanza dou'egli, grand'hora di notte
essendo, riposaua. Fu grande lo strepito, ma fu mag
gior la strage, si della moglie, e si di quattro lauo¬
ranti seguitane la morte, miseramente tra le ſpez¬
R 2 zate