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libertà fiorentina, perchè Pietro figlio di lui non aveva
nè il talento nè la malizia paterna. Rivisse in fatti Fi¬
renze della primiera sua vita, ma brevemente, poichè
nel 1498 essa si estinse sul rogo del celebre Dome-
nicano, che mori vittima del suo generoso e verace
amor di patria.
I Medici furono di nuovo cacciati nel 1527 per ope¬
ra di Niccola Capponi e di Filippo Strozzi, ma dopo
il terribile sacco dato a Roma dagli Spagnoli, Clemen¬
te VII scese a patti coll’imperatore, dal quale vol¬
le nel trattato stabilito il ritorno dei Medici a Firenze.
E in questo lungo assedio del 1530 che Firenze do¬
veva mostrarsi sempre prode dell’ antico valore, e in
quella pugna memorabile di Gavinana, in cui essa cad¬
de col suo Ferruccio, rese ancora un nuovo e solenne
attestato delle sue eroiche virtù.
Caduta cosi la fiorentina libertà, con Alessandro
primo Duca di Firenze, ebbe principio per la nostra
città quel principato Mediceo che la governò per oltre
due secoli. Cadde Alessandro ucciso da Lorenzino suo
parente e accompagnato dalla generale riprovazione
per la brutale e tirannica sua indole. Fu succeduto al
trono da Cosimo figlio di Giovanni delle Bande Nere,
ed esso compi di distruggere gli ultimi avanzi della
patria libertà. Restava Siena, quasi ultimo baluardo
della vacillante libertà e gradito asilo ai fuorusciti fio¬
rentini, ma Cosimo che mirava a stabilire un trono
per la sua casa non poteva tollerarne l’ esistenza. Ed
ecco Siena assediata, e benchè difesa per lunghi mesi
dai suoi valorosi abitanti, nel 1557 cadde in di lui
potere. Nel 1569 assunse Cosimo il titolo di Granduca
col quale altri sei principi di casa Medici governarono
la Toscana fino all’ anno 1737, nel quale questa fami¬