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Di P. A. MICHELI.
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Passata la Barca giunsi a Limite sull' ore 20. mi
rinfreſcai, lasciai il cavallo, e bagaglio, e a piedi an-
dai a ricercare le frane di quei monti, che restano
fra Carraia e Alberetino, giusto quasi in faccia ad
Empoli, i quali coſtano di quella terra, che comu-
nemente si dice Argilla, Creta, Mattaione, Terra
da modellare , e da far palle da balestra, la quale è
infettata di Conchiglie marine; e le più particolari
sono le seguenti:
Concha pictorum Listeri
Griphites. Questa Grifite oltre all' essere stata mol-
to lacerata da Tarli, perchè l’hanno forata come
la midolla di pane, era stata anche tormentata da
una spezie di Datteri marini, quali per avere la lo¬
ro estremità goffamente appuntata, giudico non de-
scritti:
Trochus maximus, limae instar dentatus, aut in
Juperficie in multifidas lineas subtilissime corruga-
tus. Questo corpo ha di rimarcabile, che lungo il
fesso delle volute è infettato da piccole cavità fatte
da nicchi, che vi sono impressi, e ciò non solo
accade a tali Trochi, che si trovano qui in questi
luoghi, ma anche a quelli di ogni altro luogo di
Toſcana.
Nella terra che riempieva l'interna cavità de’ sud-
detti tre corpi, osservai:
Buccinum laeve, labrosum, ventricosum.
Buccinum parvum, summa parte striatum, ore bi¬
fido.
Balanus parvus ventricosus purpurorubens
Musculus latus striatus, costis planis.
Dactylus exiguus . . . .
.
Strombus lineam longus, ad medium angulosus.
Tellina minima cuneata, per longitudinem striata,
cardine longo.
Tel-