ISTORIA
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mi si conosce che erano molte sorte di vasi, tirati sot¬
tilissimi e leggerissimi, scorniciati, scannellati, con
manichi puliti. Altri sono di una terra rossa senza
vernice, leggerissima, tirati ancor' essi con gran fi-
nezza, ma di lavoro più semplice: in somma il la¬
voro di ambedue queste specie di vasi è cosi puli-
to, e bello , che non ha invidia ai lavori di vasel-
lami che si fanno oggidi. La terza specie è di terra
roſsa più semplice, e più grossolana, a uso delle An¬
fore . I frammenti del vaso storiato a basso rilievo
descritto dal Signor Carli, non gli veddi: trovai
bensi de' frantumi d’un vaso piano di rame assai sot-
tile, ricoperti d’una grossa patina di verderame, sic
come anche una medaglia di terza grandezza, tal-
mente incrostata di verderame, che non vi si distin¬
gue impronta veruna. I Contadini che scopersero il
sepolcro, e che primi di tutti per la rottura seguita
nella volta vi scesero, ansiosi di trovare il supposto
tesoro, mi dissero che nel mezzo del pavimento cir¬
colare della grotta, stava il vaso di terra descritto
dal Signor Carli, grande quanto gli usuali Caldani di
rame, e dentro ad esso stava il vaso di Rame a uso
di Teglia, con d'intorno molti vasellini, e mesciro¬
bine piccole di terra. Le casse stavano sul muriciuo¬
lo che contorna la grotta, e tra una cassa e l'altra,
e davanti ad esse altresi stavano disposti moltissimi
de' fuddetti vasellini, i quali tutti furono rotti par¬
te dalla rovina della volta, parte dagli stessi Conta-
dini, arrabbiati per non vi aver trovato l'oro che
ſperavano.
La più antica menzione che io abbia incontrata
di Casole, è dell' anno 896. nel quale Adalberto Mar
cheſe di Toscana donò ad Alboino Vescovo di Vol-
terra la libera Giurisdizione di esso , paſsò poi non
so
(1) Rena de' Marchesi di Toscana a c. 125.