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lippo fatta tagliar la Macchia, e coltivando, ne ha
formata una grossa Fattoría. Gli Ulivi qui, ed alla
Sambuca non provano bene, ed i Cipressi con tut-
tochè esposti all'aria di Mare, ci vengono belli, e
non patiscono come nel Piano di Livorno; anzichè
in questi Monti i Libecci non bruciano punto le fo¬
glie delle Piante. Vi sono acque di Fonti perfette
in grande abbondanza, ed anche Pozzi buoni, due
de' quali, per quanto mi fu poi detto, comunicano
fra di loro, quantunque sieno alquanto distanti. Sic¬
come non si trova rena in questi luoghi, sennonchè
in distanza di molte miglia; cosi per fabbricare le
muraglie di minore importanza, si servono di Gale¬
stro rosso stritolato per mescolarlo colla calcina in ve¬
ce di rena, ma gl’intonachi patiscono all'umido, e
si sfarinano agevolmente. Nel Giardino della Villa,
il Signor Filippo fa coltivare molte rare e preziose
specie di Frutti che ha portate di Francia, e d’al-
tri Paesi in un lungo viaggio che fece. La Signora
Orietta Tidi sua Consorte, volle con somma genti-
lezza che noi restassimo in sua Villa per tutto quel
giorno: sicchè doppo pranzo andammo a spasso per
le cime de' Monti, che sovrastano alla Villa da Le-
vante a Mezzogiorno /Vedemmo un Mulino a Ven-
to gia terminato, ed altro più che ammezzato, de'
sei che il Signor Filippo faceva fabbricare lungo la
cima d'uno di questi Monti. Sono tutti di un dise¬
gno molto giudizioso, comodo, e sicuro, fatto dal
già M. Vayringe Macchinista di S. M. C, e Profes-
sore di Meccanica, e Filosofía sperimentale nell'Ac-
cademia de' Nobili. Da queste cime osservai che
tutta la giogana de' Monti di Livorno è isolata, e
non attacca sopra a terra con altre Montagne. Ella
principia a sorger fuori delle Colline a Ponente da
Colle Salverti, e cammina da Ponente verso Levan-
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