TRATI
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accosto l'uno all' altro, perciò le loro circonferenze
combaciandosi, e serrandosi addosso l’ una all' altra
fanno comparire la superficie nuda di questo strato
un piano di color di cenere, che sia spartito in fog-
gia di rete da sottili pennellate, o linee giallognole,
ciascheduna delle quali linee è formata di due pa-
ralelle, cioè dagli orli delle circonferenze di due
Zolloni. Nelle rosure, o frane perpendicolari degli
ſtrati del Mattaione, si distinguono anco più chiara-
mente gli spartimenti decussati e retati, provenienti
dal combaciamento d’uno Zollone coll' altro, appun-
to come dissi a c. 107. accadere al Tufo.
Nell' anguſta fessura, o interstizio che resta tra gli
Zolloni di Mattaione, si trova per lo più delle la-
mine di Pietra speculare, detta anco dai Naturalisti
Selenite, e dal volgo Specchio Canino, o Specchio
d'Asino. Io non mi prolungherò in descriver questa
tal qualità di Pietra, essendo ella sufficientemente
nota, e perchè altrove mi tornerà più in acconcio
il ragionarne. Qui vicino a Monte Foscoli, ne trovai
poca della ben conservata, la quale era disposta in
sottilissime tavolette, composte di minuti ingemma¬
menti a figura di mezze lenti per taglio, i quali si
fendevano orizontalmente in sottilissime lamine, la
maggior parte però era sfarinata, e ridotta in pol-
vere bianca, ruspa come quella del Marmo. In una
Biancana, che rimane a Levante della Montacchita,
si trova molta Selenite di figura di prisma Romboi¬
dale a dieci facce, di peso fino in due once, della
quale calcinata con leggieri fuoco, ne fanno ottimo
Gesso da Muratori.
Ma ritornando al discorso della Struttura degli
strati d'Argilla o Mattaione, egli è manifesto, che
sono fabbricati colla stessa architettura, che quei del
Tufo. Se le cause che gli hanno cosi fabbricati, sie¬
no