Oratorio d' Orsanmichele
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di quelli, che in altri paesi, e maſsime nel Regno di Napoli, si di¬
con Baroni, a quali per chiamarsi tali, sù necessaria in que tempi
la iurisdizione ne' Vaſsalli e Colonij , col mero e misto imperio , e se
ne nota Giudice Manfredi de' Caroni, chiamato, nella carta che
noi vedemmo, Illustris Vir, Dei gratia Podestas Flor. sedens pro Tri¬
bunali, in Curia Sextus Portae Domus, sita in Orto S. Michaelis adpedem
Palatij filiorum Spigliati Cambi Mozzi, ad causas cognoscendas &. che
cosi s' intitolauano i Miniſtri principali della Repubblica, col Dei
gratia, attesa l'independenza del gouetno, a ccennata nel principio
di questo Libro assai bene, nel trattato dell'Origine di Firenze.
Allargataſi la Città, e l' vno e l'altro Tribunale collocato in luoghi
fabbricati con assai più magnificenza, dettesi principio in Orsanmi¬
chele al Palazzo a gulſa d' vna gran Torre per la conserua de Grani
e Biade del Comune, buttata a terra la Loggia fatta di mattoni, col
disegno di Arnolto l' Anno 1284. che s' era fondata sopra all' antica
Chieſa di S. Michele, di cui, come diremo; si conserua il titolo nell
Oratorio, iche bggi si dice S. Carlo. Il motiuo principale fu che,
salita la Repub. in grand’ altezza per mezzo del Negozio, sù di far
costare il valor delle molte ricchezze conquistate dall'Arti, che a-
uendo trionfato, protette dalla Chiesa, e da Carlo I. Rè di Napoli
a prò dello Stato felicemeute conseruatosi libero, palesasse a gl'oc.
chi di tutti , e seruisse d' esempio ne fututi tempi, di mai au¬
uilirsi nell' ozio; si decretò dunque, che l'ornamento principale
dell Edifizio, fossero i Santi Auuocati dell'Arti, i lor Gonfaloni;
port ati in guerra in disesa dello Stato contro a' Magnati, espressi in
certi tondi sopra a' Tabernacoli, cui collocar si douessero le Statue
de' predetti Santi Auuo cati, di bronzo per le Maggiori, e di mar¬
mo per le minori, collocate giugiù per ordine, nella parte esterio¬
re dello Ed sizio, il quale ripartito in due grand' appartamenti l'v¬
no ſopr al altro, fosse retto da dodici-grossi pilastri, il tutto di
pietra sorte, nobilitate le finestre di Colonre di marmo, & ad esse
ne' triangoli, l'Armi della Chiesa, e della Real Casa d'Angiò, per
le ragioni ac cennate, e in sulle quattro cantonate, assar ben' alte
da terra per la eccellenza del grado, quelle della Repubblica di Gi-
glio, e Croce rossa in campo d'argento.
Se ne buttò la prima pietra ne 29. di Luglio del 1337. pres nte la
Signoria, tutti i Magistrati, i Giudici forestieri, seguitati da tutta
la gente, col Vescouo di quei tempi Francesco da Cingolo. La
sunzione, che si laceua a nome de Guelfi, ch'eran quelli che domi¬
nauan la Citta, mai ridottasi in si felice stato quanto allora, s' ac¬
compaguò anche col getto de monete d oro, e d' argento, coniate
da vna parte con l'Edifizio, e lettere VTMAONIFICENTIA
PPLI