Full text: Del Migliore, Ferdinando L.: Firenze, città nobilissima

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S. Michele dagl'Antinori 
setto alla Patria, anzi traditor della medesima, mediante che s' in- 
tendesse la e ducazione protetta da' costumi, atta a sostener la Repub- 
blica con lode, e la cattiua a souuertirla, regola tenutasi anche da 
Lacedemoni, e da' Romani, con tale strettezza di Legge, al dire 
di Plutarco, che sottoponeua il Vecchio alla pena del Giouane, non 
auuertito ne corretto da lui. Il Granduca Ferdinando I. dando luo¬ 
go all'antico Decreto della Signoria del 1418. che ordinaua alle Meri- 
ritrici lo star lontane da Conuenti, e Monasterj di Monache a 300. 
braccia, corroborato da'suoi antecessori Cosimo, e Francesco, con¬ 
cesse quel luogo a'Teatini, per ampliare, come fecero, il Conuento 
inc'udendouelo più di mezzo; sicchè d'infame, o vero di ergasteri, 
cioè, botteghe pubbliche, in cui fabbricandosi l'opere del peccato, 
si vendea l'onestà a vil prezzo, è diuenuto albergo, one la mortifi- 
cazione del senso dell' abbattuta concupiscenza trionfa. 
Era la Chieſa di Collegiata ri dotta Parrocchia alla cura d' vn sem¬ 
plice Rettore, stata conceduta dipoi da Giulio III. a' Monaci Oliue- 
tani, in ricompensa del lor celebre Monasterio di S. Miniato al Mon- 
te, cecuto in grazia al Granduca Cosi mo I. che volle costituirui a 
guardia della Città vna Fortezza; quando, la vicendeuolezza delle 
cose, che pur si vogliono mostrare vmane sottoposte al tempo, te- 
nuta che l'ebbero quarantun'Anno, si dette caso, s'accendesse nello 
animo vn veemente desiderio, in chi gouernando in Roma la Reli¬ 
gione de' Teatini, di nuouo stituita da S. Gaetano della nobil Fami- 
glia de' Tieni da Vicenza, di dilatarla per tutto, se possibil fosse stato 
apprò de' coſtumi ne'professori della Vita religiosa, Cherici, e Sacer¬ 
doti, a quel tempo molto rilassata, e fuor dell' osseruanza: ed vn 
de luoghi principali, doue essi tesero la mira, fu Firenze, venuto- 
ui a questo effetto inuiato da D. Eliseo Proposto Generale, D Paolo 
Toloſa, Religiofo di grande ſpirito, e bontà, stato dipoi Vescouo 
di Bouino, e di Chieti, per trattarne col Granduca Ferdinando I 
il quale a prima ginnta ne sospese la grazia, con animo di non vi 
prestar consenso, ne reflettere alla domanda del Padre, come quel- 
li, che desiderando mantenere i Sudditi abbondanti delle cose neces- 
sarie, non ſtimaua consiglio di Principe sauio, sorrogarle ne' fore- 
stieri, con accresceruene il numero: risoluzione, che portata in 
ungo, palesando per vano il tentar più potente mezzo, non scosse, 
ne porto fuor di sesto l'animo del Padre, al primo colpo di quella 
repulsa, sapendo, le cose quando si riducono a termine di non resta- 
re altra speranza, che la prouuidenza di Dio, l'auuenturarsi, su- 
bentra in luogo di ragione; passato, che su in quello stante, il Pon- 
tificato di Gregorio XIV. e d' Innocenzio IX. con veloce passo in po- 
co più d'vn'Anno, e succeduto Clemente VIII. Aldobrandini, a pe- 
na po-
	        
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