Cauallerizza
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partorito, non si ritenne d'affrettare il Sacrifizio della Messa, per an-
dare a vedere il Puledro nato: onde dicono, e fra questi Curapalate
riferito dal Magri, ne fosse gastigato, nel batter caualcando in vn mu
ro, talmente che portandogli lo sputo delsangue, si mori in breue mi¬
seramente idropico: Vn' esempio n' è in Firenze in Carlo Cappelli
Nobil Veneziano, fatto simile a Lucio Vero e a Cesare, in seppel-
lir Caualli con onore, auendouene sotterrato vno l'Anno dell' Asse-
dio 1530. che vi su Ambasciadore, co 'l seguente Pitassio in marmo,
affido nelle Sponde d' Arno la dalla Piazza de Caſtellani, che ancor
oggi vi ſi legge : azione, che s' è fin sentita celebrare su Pulpiti, in
dimoſtrazione di quanta bella coſa si a la gratitudine, se ella s' è cosi
negli animi gentili diffuſa eziandio apprò degli animali.
OSSAEQVI CAROLI CAPELLI
LEGATI VENETI
NON INGRATVS HERVS SONIPES
MEMORANDE SEPVLCHRVM
HOC TIBI PRO MERITIS HAEC MONIMENTA DEDIT
OBSESSA VRBE
M.D.XXX. III. ID. MART.
EL medeſimo ricetto di mura è il Se rraglio de' Lioni, ripar-
tito in più Cortili separati, in cui ſtanno Animali di varie
qualita e razze feroci, e indomite.
Quando i Fiorentini cominciassero a tenerli serrati, se ben
non in questo luogo, come diremo di sotto, non c'è noto, lo credem¬
mo però coſtume antichissimo, deriuato in loro da Romani soliti nu¬
trirgli per due ragioni corrispondenti alla magnanimità di quel gran
Popolo, della quale furono sempre a parte i Fiorentini, e non perche
essi secondo il Lesleo, olessero moſtrarsi grati alla Corona di Scozia,
che porta per Arme il Lione, per la lor libertà difesa dal Rè Gugliel¬
mo : essendo che la prima cagione fù l'intendersi dall'vno e da ll'aitro
Popolo, la jurisdizione pretesa independente, tenet sotto quel vinco
lo rinchiusa e ristretta la potenza nemica, figurata nel Lione in forze
superiore a tutti gli animali, che in voce Greca suona Re; in Roma si
vso souente questo costume, parlandosene in occasione di S. Marcello
Papa in catabulum vt Besturum quae publicè alebantur, e quando Marco
Antonio legò Lioni al giogo facendoli tirare il Carro nel trionfo ci¬
uile di Giulio Cesare per la Vittoria di Farsaglia, cosa che non s'era
mai più veduta appresso a Romani, allora s' indouinò, e s' ebbe per
preſagio, dice Plinio, Vomini crudeli, ed altrettanto generosi di que
tempi, douersi ridurre in seruitù. La ſeconda ragione fù il farne pub¬
blica