Fiorenza.
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di alcuni Frati si conosce viuezza, & lodeuole ma
niera di colorito. Ma quella
Storia, che vien dopo secondo il tempo, è di
mano di Andrea del Sarto; doue è effigiato, quan¬
do va S. Filippo al Papa, che con la Corte era in Vi
terbo, & nel viaggio trova vno, che era lebbroso,
&t ignudo, il quale humilmente gli chiede la limosi¬
na. AA cui questo huomo Santò risponde con quel¬
le parole, che già disse S. Piero. Argentum, &
aurum non est mihi: quod'autem habeo, hoc
tibi do. & tiratosi in disparte, tosto si cavo la ca-
micia; &, perche se la vestisse, la diede à questo po
verello. E bellissimq questo ignudo, & fatto con
bella grazia, come altresi è il Frate, che accenna
che vuol consolarlo: perche in alto si vede in altro
luogo in picciol sembiante, ma con graziosa vista,
quando si caua la camicia in attitudine cosi vera,
iche cosi ben comprende chi contempla questa pittu
dra, come chi la storia legge nelle carte. la
Storia poscia della Saetta di AAndrea parimen
atte, più è vaga, più bella, & più mirabile. In que
Ista e dipinto , come, mentre che S. Filippo tra Bolo¬
gna, & Modana segue suo viaggio verso le Alpi,
mavuiene, che alcuni sotto vna grande arbore di Sta-
te, fuggendo il caldo, & inuolti nel giuoco, & ne
dascivi amori, fecero ingiuria all' huomo Santo, &
vnolto con parole di dispregio il tennero à vile: ma,
bestemmiando il nome di Dio dispettosamente, non
dofferse egli, & con feruore di spirito forte gli ripre
se, protestando loro, come dalla vendetta di Dio
boco erano di lungi. Perche non passò molto, che
facen¬