Full text: Volume (4)

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per la città eziandio portando e confusione e baccanale do¬ 
vunque si recasse. Al momento della elezione affollavasi nel¬ 
la chiesa e menava un rumore inconveniente, intanto che cia¬ 
scun candidato faceva ogni sforzo maggiore coi parrocchiani 
aventi diritto al voto, affine di essere ammesso alla dignità. 
Eletto che fosse il candidato si rendeva da lui palese la pro¬ 
pria esultanza con magnifici trattamenti, i quali bene spesso 
duravano tre sere, a somiglianza di quanto facevasi pei pa¬ 
triarchi e pei procuratori di s. Marco. Il principe annoiato da 
si dispendiose vanità, alle quali molti sottostavano, più che per 
elezione, per la tirannia dei tempi, vi provvide con parecchi 
decreti; ma inutilmente: l’uso prevalse ognora su qualunque 
legge emanata. Solo puntualmente venne osservato il decreto 
del 1560, col quale rimosse furono le compagnie de’secolari, che 
si assembravano a quei di, di giorno e di notte, ond’essere pron- 
ti allo accompagnamento degli ecclesiastici aspiranti ad un be¬ 
nefizio. Erano le cose cosi avanzate, ed i tempi cosi pericolosi, 
da dar gelosia al pubblico; massime quando ne’ concorsi fos¬ 
sero stati contrari i partiti. Perciò fu decretato, che all’accom¬ 
pagnamento di un eletto a qualunque benefizio, non più di tre 
esser dovesse il numero dei laici. 
Di tali pratiche nell’elezione dei parrochi sussiste ancora 
in Venezia l’ uso antichissimo , per cui il giorno nel quale 
i nuovi parrochi prendono possesso del benelizio si ador¬ 
nano le botteghe della parrocchia in una maniera che quasi 
pare essa tramutarsi in galleria. Quadri, damaschi, poesie 
memorie antiche tutto in bell’ordine è disposto. Di damaschi, 
di tappeti si adornano pure le finestre di ogni casa; illumina¬ 
zioni si fanno la sera; si piantano orchestre, ed altre somi¬ 
glianti esteriori significazioni si tributano al nuovo eletto, il qua¬ 
le all’imbrunire del giorno gira la parrocchia medesima, insie¬ 
me a’suoi più cari, affine di dimostrare a’ parrocchiani la gra¬ 
titudine per le premure loro verso lui usate. 
Le vesti dei preti antichi non erano gran fatto dissomi¬ 
glianti da quelle del resto de’ cittadini. Toga nera portavano 
i sacerdoti semplici e celeste o paonazza la portavano i par- 
rochi, mentre bigia o cenerognola l’aveano i chierici. Adope¬ 
ravano ancora i sacerdoti un pelliceo o serico soppanno, che 
stringeano con una cintola aurea od argentea. Variò il costume 
della barba; ora fu lasciata lunga; ora portavansi i mustacchi, 
ed ora affatto si radeano. In questo fu seguito dai preti l’anda¬ 
re de’cittadini; tuttavolta non erano essi 1 primi ad introdurre 
le variazioni, accomodandosi piuttosto al costume corrente. In 
sul linire del secolo XVII assunsero però abito proprio ; veste 
CoSTUMI. — Fiore di Venezia Vol. IV. 
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