L
E ZIONE
XIV.
DELLA CHTESA E MONASTERO
D' ANNALENA
VI.
Scendo poi dal primo Chiostro, en¬
trasi in altro meno grande, ma di
quel guſto de i Palazzi de’ Signori
Grandi, con in mezzo amplo Cor-
tile, e portici intorno. Fu fabbri-
cato da particolari Gentiluomini
sul concetto di dare un bel como-
do alle Monache loro parenti; acciocchè vi godano
comodi appartamenti, assai diversi dagli ordinarj Dor-
mentori, e Celle de i Conventi: rimasone il Padro-
nato alle Famiglie, che ne furono i Fondatori, a i
quali incombe perpetua obbligazione de i risarcimen-
ti; riparando alle occasioni, delle stanze le pareti,
soffitte, pavimenti, finestre, e porte, a conservazione
di una fabbrica, che sembra un secondo Monastero.
E le Famiglie, che godono il padronato de i suddetti
appartamenti sono: gli Strozzi, 1 March. Corsi, i March.
Acciaiuoli Toriglioni, i Conti Bentivogli di Bologna,
Conte Paolo Rucellai, Conte Galli, i Baroni del Nero,
i Grifoni, Lorenzo e Alessandro Pucci, i Carnesec-
chi della Famiglia spenta, i Conti de’ Bardi di Vernio.
Ed un terzo Convento potrei chiamare la Casa di Bal-
daccio; incorporata nel nuovo edifizio, dove abitò
colle prime sue Compagne Annalena ne’ principi del-
la fondazione, e dalla stessa poscia assegnata per l’ In-
fermersa; la quale è bellissima, comoda assai, e sepa-
rata da 1 Dormentori, contenente tutto quello, che s a-
ſpetta ad una casa d' Inferme: come la Cucina, e la
Spe¬