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Convento; e che loro diede il Privilegio di non po¬ 
ter essere molestate ne i beni, come di sopra accen- 
nai. Lo ſteſso devo dire, di Matilde sua Figliuola, 
nientemeno favorevole ad esse: scrivendo Francesco M. 
Fiorentini nel suo Comentario di detta Matilde, ti- 
prodotto ora con dotte, e copiose giunte dal P. Mansi, 
come segue ,, Dopo avere Matilde ai 25. di Febbrajo 
"del 1071. giudicato in Firenze per la Chiesa di S. Fe- 
„licita, paſsò con la Madre a Lucca., E prima di 
queste due, trovasi nel Diploma del Vescovo Rinieri, 
fatto in grazia delle Suore di S. Pier Maggiore di 
Firenze: come Gisla appellata quedam potens, & no- 
bilissima Matrona (credesi de Ricasoli) lasciò beni a 
S. Felicita, che il Vescovo eccettua nella donazione, 
che fa al predetto Monastero di S. Piero. Ne deve 
fuggirci dalla memoria il nome di Tetberga già nella 
seconda Lezione da noi commendata: Donna, che dall' 
Abate Ughelli pag. 69. credesi essere quella stessa, che 
fece a i Canonici di S. Giovanni la ricca donazione 
per rogito di Alberto Notaio del 1058. nel qual Con- 
tratto Tetberga parla di se medesima cosi ,, Thesberga 
fil. b. m. Atbi, qui Albertus fuit vocatus, & Coniux 
Rolandi, qui fuit Athi weste Sancta Religionis induta. 
Che se essa donò tante ricchezze alla Canonica, ve 
stitasi Monaca in S. Felicita, Monastero, che era sta- 
to spogliato delle sue entrate: Chi non vede verisimil 
cosa, che Tetberga offerisse beni al Vescovo Gherar- 
do, acciocchè lo dotasse, come egli fece, e ne con- 
sacrò la Chiesa, divenuto che fu Papa col nome di 
Niccolò II. come di sopra si è detto ? 
II. Viene ora un' altra Nobile Donna, che per 
la sua santità recò al Monastero se non temporali van- 
taggi, certamente gli accrebbe un grande splendore, 
e questa fu la Beata Berta, la cui ascendenza, e Fa- 
miglia, ſe ſtata è dubbiosa fino all' anno 1743. dopo 
tal tempo, mercè del Chiarissimo Sig. Dott. Lami 
è ſtata poſta nella sua più bella luce di verità la più evi- 
dente: come egli l'esprime nell' Appendice al Tom.XIII. 
delle