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LEZIONE
XXVI.
DILLA CKI’4 Monasrro
DISANTA FELICITA II.
Alle precedenti due Lezioni non si
ritrae per mio avviso altro, che 1'
antichissimo principio della Chiesa, e
del Monastero di S. Felicita. E pe-
rò dovendo io parlare de' molti ra-
rissimi pregj dell' una, e dell' altro,
non potrei ciò meglio fare, che col
valermi delle memorie scritte a penna e del Priore Assetta-
ti, che per 20. anni fu Priore, e del Sig. Manni, che pure
di questa Chiesa, e Monastero ha tessuta una Storia, che
tutt' ora è MS. E molto più felicemente sarei potuto riu-
scire nel mio intento, se, come impazientemente s'aspetta
avessi potuto vedere quanto ne ha stampato il chiaris-
simo Signor Lami nella sua grand' Opera: S. Florenti-
nae Ecclesiae Monumenta, ove tutte le Cartapecore mi
si dice essere stampate di questo Insigne Monastero.
Correggeranno queste una volta i miei abbagli. Per
ora facendo, come far deve chi quanto può col buon
volere s’ aita, passerò a discorrere delle fortunate Abi-
tatrici di cosi ragguardevole Monastero, che furono
quelle illustri Matrone, le quali conferirono insigni be-
nefizj alle nostre Monache. Ed in primo luogo debbo
rammentare Beatrice Duchessa e Marchesana di Tosca-
na. Il Muratori nel Tom. I. delle Antichità del Me-
dio Evo, riporta una Carta del 1072. in cui si dice,
che risedendo in Firenze nel Palazzo del Duomo di
S. Giovanni Beatrice, Berta Priora del Monastero di S.
Felicita impetra la Real Protezione da essa pel suo
Tom. IX.
Nn
Con¬