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simile egli è, dirò col Sig. Lami, che nello spazio di
soli 70. oppure 80. anni, si fosse questo Monastero si
rilassato, che vi fosse bisogno del Valombrosano Abate
Gualdo, per farvi rifiorire la disciplina, e la santa
conversazione: come vorrebbe farci credere il P. Sol-
dani, nella da lui pubblicata Vita della Beata Berta
Onde semprepiù ne riluce la verità di quanto ne scris-
ſe l'Assettati: cioè, che l' incominciamento di Mona-
che in S. Felicita sia ſtato prima del 900. Da notarsi
inoltre si è, che Badessa era in questo tempo Teiber-
ga, e che il Papa medesimo ne volle consacrare la
Chiefa
V. E già illustrato si ragguardevole punto della
antichità, mi si conceda per maggior lume della sto-
ria, di rammentar qui alcune di quelle antiche Ab-
badeſse, il cui nome mi sono avvenuto a trovare tra
le Cartapecore; o si voglia di Pontéfici, o di Vesco-
vi Fiorentini, o di Contratti. La prima adunque è
Tetberga, alla quale non solo Niccolò II. come ve-
demmo, indirizzò la soprariferita Bolla; ma anche
Gregorio VII. scrissegli nel 1077. un Breve confer-
mativo di tutti i beni del Monastero, col privilegio
di non poter essere deposte le Badesse; se non dal
Vescovo di Firenze in compagnia di due altri Vesco-
vi, e d' alcuni Ecclesiastici in dignità: riserbando an-
cora alle medesime di potere appellare alla Sede Apo-
stolica. Nel. 1072. trova il Sig. Lami Priora, o Ba-
dessa di S. Felicita- una Berta, ed il Muratori nel Tom. I.
delle Antichità del Medio Evo riporta una. carta di
quest' anno, in cui si dice: che risedendo in Firenze
nel Palazzo del Duomo di S. Giovanni, Beatrice Du-
chessa, e Marchesana di Toscana, Berta Priora del Mo-
nastero di S. Felicita impetra da lei la protezione
Regia pel suo Convento. Di questa Berta per altro
fa d’ uopo qui trascrivere tutte le ingegnose scoper-
te, congetture, e sospetti, che nel soptariferito To-
mo dell' Odeporico del Sig. Lami s’ adducono. For-
mano queste un bello squarcio della Storia, che trat-
tiamo,