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da nello sbaglio accaduto a molti Forestieri, notar mi
giova, che quello, che si vede sulla Porta del medesimo
Cortile, non è più quello fatto da Cosimo Salvestrini,
imperciocchè nel 1722. in occasione di murare le Log
ge, fu infranto, e nel suddetto libro leggesi, che fu
rifatto da Alessandro Geri di terracotta. E finalmen-
te venendo alla descrizione delle tanto lodate Pitture,
notar primieramente mi giova, che sono di terretta in
fresco, e che Andrea cominciò il lavoro prima di an-
dare in Francia, poscia ritornato a Firenze lo ter-
minò, eccettuate due, che nella sua assenza i Fratelli
diedero a farsi al Francabigi, come diremo nella descri-
zione, che qui imprendiamo. Entrati adunque nel
Chioſtro a manritta trovasi l’Apparizione dell' Angiolo
a Zaccaria, che fa sacrifizio, e ammutolisce in pena,
di sua incredulità, la seconda è la Visitazione della-
Madonna, la terza è la nascita del Battista col nome
di Giovanni, che scrive Zaccaria, da imporsi al Bam-
bino; le due, che seguono, sono del Francabigi, che
vi effigiò S. Giovanni, il quale piglia licenza dal Ge-
nitore per andare al Deserto, e l’incontrar che si fe-
cero per viaggio Cristo, e S. Giovanni, che si abbracciano
alla presenza di Maria, e di San Giuseppe. Ritornano
le Pitture di Andrea, e sono il Battesimo di Cristo
la quale fu la prima, che egli fece, e gli diede dimolta
fama, segue il predicare alle turbe , e poi il battezzare
i Peccatori nel Giordano. Le ultime quattro, che il
Vasari le vuole fatte dopo il ritorno di Francia, so-
no la Prigionia di S. Giovanni, il Ballo di Erodiade
la Decollazione del Santo, e la Testa portata ad Ero-
de; e per fine di queste Pitture debbo notare altra di-
sgrazia per due fiate cagionata dalla sollecitudine de
Fratelli in farle nettare dalla polvere nel 1617. e nel
1720. che non essendo mestiere di ogni Pittore, piut-
toſto ne è avvenuto loro dello scapito, che del giova-
mento
XIV. E restandoci a ragionare della Cappella, che
viene nell' ingresso della Via pubblica alla Compagnia,
Tom. VII.
non