303
XXX.
LEZIONE
DELLA CHIESA E MONASTERO
DI SAN IACOPO DI RIPOLI II.
Itornando al Convento di Ripoli,
I.
rammentar debbo la disgrazia avve¬
nutagli nell' anno 1348. la quale tirò
a distruggere si Venerabile Monaste-
ro, e fu l'orribile mortalità, chia-
mata per antonomasia la Peste gran¬
de, la quale cominciato avendo in
Levante, dopo aver desolata tutta l’Asia, e gran par-
te dell' Europa, portata a Pisa da alcuni Mercatanti Ge-
novesi, e di quivi a Firenze, in cinque mesi; che ella vi
perseverò, tutti gli Scrittori si accordano a dire, che
vi morissero 100. mila persone, e fra esse Giovanni
Villani famoso Storiograto. Questo flagello non rispar¬
miò i Conventi delle Sacre Vergini, spargendo ne’ Mo-
naſteri la desolazione: nè essendo andato esente il no-
ſtro di S. lacopo di Ripoli, ivi, giuſta la Cronica di
Santa Maria Novella, di peſtilenza si morirono cento
Religiose, rimasa viva quasi sola Suor Selvaggia Biliotti
Priora, e due Secolari, come si vede in una carta di
procura ne' M. S. del Rondinelli. Quindi sarà facile il
persuaderci la sollecita premura de’ Padri Domenicani
per riparare la totale estinzione di un Monastero si rag-
guardevole; ma desolata essendo Firenze, parecchi anni
passarono, innanzi che vestissero tante Donne da po¬
ter rimettere in piedi il Convento, e quelle per ve-
ro dire, che vi entravano, non trovando più le Mae-
stre di Spirito, nè le Sante antiche Suore, se creb-
bero di numero, loro però mancavano quegli esempli
utili,