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venerazione, creduta da molti opera di Pietro Cavalli¬
ni Romano.
VI. Ma perchè niuno creda, che dagli occhi mi
sia sfuggito il Pulpito, che viene a manritta della
Chieſa, esso è di pietra serena piuttosto angusto, aven¬
te in bassi rilievi di marmo bianchissimo scolpite tre
Istorie di San Francesco, le quali sono a tramon-
tana il Santo, che presenta al Pontefice la Rego¬
la de' suoi Frati, la seconda è delle sacre Stimate, e
la terza quando in presenza del Sultano d’Egitto San
Franceſco paſſa tra le fiamme. L'ultima coſa poi di
questa Chiesa sia la notizia degli ovati sopra il corni¬
cione, e dell’architettura di quelle figure, che sono tra
una Cappella, e l’altra: questa essendo di Attilio Casi-
ni, e quelli dipinti da Giuseppe Bonechi. E giacchè si
entra anche in Chiesa per due porte laterali, dirò, che
queste hanno una Cappella per ciascheduna; quella, che
viene a mano sinistra verso il Convento fu fatta dal
Cavalier Alba con una sepoltura per se, e per tutt’i
Cortigiani, e sopra la lapida eravi scolpito quel distico
vulgato:
INVENI PORTVM, SPES ET FORTVNA VALETE,
NIL MIHI VOBISCVM. LVDITE NVNC ALIOS.
Ma essendosi da' divoti ornata di pitture questa Cappel¬
la, e altresi rinnovato il pavimento, vi è solo rimaso
dell’antico la tavola all'Altare, che è una copia della
Madonna di Santa Maria Maggiore di Roma, alla qua-
le ogni Sabato sera dopo la Compieta vanno i Frati
processionalmente a cantare le Litanie di Maria. L’al-
tra Cappella a manritta è de’Frati del terz' Ordine; e-
ravi all’Altare la tavola di San Pietro, e di San Lino,
la cui teſta era il ritratto di Fra Lino Moroni, che
la fece fare.
LE-