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LEZIONE XXV.
DELLA CHIESA DI SANTA MARIA
MAGGIORE III.
ON dispregevol vantaggio alla Sacra Isto-
ria sono le antiche illustri lapide, del¬
le quali veggonsi sparsi i pavimenti del¬
le Chiese Fiorentine, ove maggior sa-
rebbe ancora l’ abbondanza di que¬
sti monumenti, se nelle frequenti inno¬
vazioni di fabbriche, parecchie di lo¬
ro non si fossero smarrite, o infrante dal caso, o sep¬
pellite dagl'ignoranti, o dal tempo consumate: acci-
denti per vero dire deplorabili, cui soggetta io trovo la
Chiesa di Santa Maria Maggiore quant’ altra mai. Tut-
tavolta essendone rimase alquante delle più vetuste fram¬
mischiate tra le moderne, benchè non sia mio istituto
di darne una minuta contezza, piacemi però di riporta¬
re in questa Lezione quelle, che mi sembrano utili, onde
viepiù corroborare la verità del sin qui detto. E però
tornando all' Altar maggiore additerò al mio Leggitore
in primo luogo la nobile lapida appiè degli scalini collo¬
cata nel 1348. ed assai ben conservata dalle disgrazie, e
vicende. Questa è un Sepolcro di Barone Cappelli fatto
fare dal suo figlio Filippo, cui toccò per contratto coi
Canonici il padronato di questo Altare, e leggesi a ca¬
ratteri belli, e Longobardi come appresso:
SEPVLCRVM NOBILIS ET PRVDENTIS VIRI BARONIS
CAPPELLI DE FLORENTIA ET SVORVM DESCEN.
DENTIVM QVI OBIIT AN. D. MCCCXLVIII. MENSIS
IVLII.
e sul