260
bronzo lavorato da Pietro Tacca, che vien da un anti-
co di marmo Greco, che si mostra in Galleria per co¬
sa singolare, ma quest’ Artefice avendo aggiunte alla
maniera Greca alcune osservazioni graziose, e naturali,
lo ha reso maggiormente ammirabile, massimamente la
bocca, che ſta a coda di rondine, e il luogo dove dal¬
la bocca cade l'acqua, lo ha empiuto di varj insetti
acquatici, e terrestri, che scherzano assai vagamente, e
paiono veri . In mezzo alla loggia vi è una ruota
nel pavimento di marmo bianco, e nero denotante il
luogo, dove giusta il Villani, fu costume de’Fiorentini
collocarvi il Caroccio con solennità in occasione di
muover guerra. E dicasi finalmente cosa gloriosa all'
ingegno, e magnificenza de'Fiorentini, i quali, ad i¬
mitazione de’Romani, che tenevano nel foro l’Orivolo
a sole, in Mercato nuovo già nel 1400. 0 in quel tor-
no aveano collocato un Orivolo a ruota, anzi di più
ruote, per le varie cose celesti, che dimostrava, le qua-
li in un epigramma racchiude Fra Domenico da Co¬
rella:
Quæ Iubar obliquo peragit bissena meatu,
Hic descripta patent ordine signa poli.
Et quota sit cycli perpenditur hora diurni,
Quas solet & varias reddere Luna vices,
Dum tenui cornu, dum tota luce coruscat,
Vel latet extincta sepius illa face,
Dum comes est Phebo, contraria vvel manet illi,
Hic sfera continuis edocet accta rotis.
E conchiude con questa lode del Foro:
Plurima sunt populo pariter gratissima toti,
Area que Circi continet ista novi.
VII. Il Poeta nulla dice di un putto che serviva a bat¬
ter l’ore all’Orivolo di questo luogo, perchè non anco-
ra a' suoi tempi era stato fatto dall' accorto, ed intelligente
An¬